45.000 medici in meno nei prossimi 5 anni, oltre 80.000 nei prossimi 10, fra i quali 33.392 di famiglia e 47.284 del servizio sanitario nazionale. È l’allarme della Federazione Medici di Medicina Generale (Fmmig) e di Anaao, il Sindacato dei Medici dirigenti. Per 14 milioni di italiani presto non ci sarà più neanche un medico di base a cui rivolgersi. Questo in un Paese che ha visto tagli o mancati aumenti del fabbisogno sanitario nazionale per oltre 20 miliardi negli ultimi 5 anni, e che nel 2016 ha costretto oltre 11 milioni di cittadini a rinunciare alla cure per ragioni di reddito o per la lunghezza eccessiva delle liste di attesa (dati Censis). Non sopporto più la favola di una sanità pubblica inefficiente che andrebbe riformata o addirittura privatizzata. La verità è che la classe politica degli ultimi dieci anni ha ferito a morte un servizio sanitario pubblico e universalistico che era ai primi posti nel mondo per efficacia ed efficienza. E nei prossimi anni si prepara ad infliggere il colpo di grazia a causa del blocco del turnover in vigore ancora in molte Regioni e della struttura delle università nazionali, che sfornano meno specialisti di quanti ne servirebbero. La Salute è il primo e fondamentale servizio pubblico, un diritto di cittadinanza previsto dall’art. 32 della Costituzione italiana. Il MoVimento 5 Stelle al governo invertirà la rotta rifinanziando il fondo sanitario nazionale, assumendo 10.000 unità di personale tra medici e infermieri e spazzando via il blocco del turnover.