di Anna Laura Orrico, portavoce MoVimento 5 Stelle Camera
L’innovazione digitale è la più importante fabbrica di posti di lavoro cui possiamo invitare gli italiani. Le nuove professioni rappresentano una delle poche isole felici nel desertificato panorama occupazionale prodotto dalla crisi. Se da un lato, quindi, il mercato digitale consegna esclusivamente margini di crescita, dall’altro il gap di specialisti digitali aumenta. Un mismatch che, in questo settore, si traduce nella formula magica “disoccupazione zero”.
Per queste ragioni è prioritario costruire una Smart Nation proprio come sostenuto dal Programma per la qualità della vita del Movimento 5 stelle premiato da quasi undici milioni di voti raccolti nelle urne. Per costruirla, tuttavia, è fondamentale investire in formazione e orientamento verso le nuove professioni. L’inversione di tendenza passa attraverso la riforma dei centri per l’impiego che ambiscono, così, a divenire spazi di formazione e aggiornamento professionale continuo non solo per i giovani in cerca di prima occupazione quanto per chi il posto di lavoro lo ha perso e riceve la possibilità di potersi aggiornare per rientrarvi.
L’occasione diviene allora il mercato del lavoro digitale che, soltanto nel 2017, ha misurato un segno positivo pari al 2,3%. Non solo, in Italia, aumentano le startup innovative -oggi danno lavoro a circa 34.000 persone– che si, sono di piccole dimensioni e crescono secondo i loro tempi, ma proprio per crescere avrebbero bisogno di una banca degli investimenti per la piccola e media impresa e di regole vincenti capaci di incentivare il sistema degli investimenti in venture capital non strutturato, da noi, come gli altri Paesi Ue.
Ecco perché soprattutto le startup di cui prima, che nel 2017 sono aumentate del 24,5%, meritano di divenire tema di interesse nazionale e di riconoscimento sociale. Ma soprattutto sono tutte aziende giovani formate, principalmente, da giovani. In pratica, il futuro che vogliamo riprenderci. Last but not least, necessita di un ulteriore approfondimento la tanto discussa digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Digitalizzare significa, infatti, investire nella formazione del personale della Pubblica Amministrazione, quindi ampliare lo spettro delle competenze e aprire a nuove professionalità che potranno incentivare il percorso di riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni.
Una Pubblica Amministrazione moderna e digitalizzata, vuol dire uno Stato più accessibile, più partecipato e più vicino alle evoluzioni sociali ed economiche contemporanee gestendo con modalità più snelle servizi e procedure. Invece di subirla, allora, l’innovazione digitale, nella patria della creatività e del talento, si può, anzi, si deve, cavalcarla e osare.