di Luigi Di Maio
Abbiamo detto al Presidente della Repubblica che sentiamo tutta la responsabilità di essere la prima forza politica del Paese e di voler assicurare in tempi rapidi un Governo del cambiamento e che guardi al futuro. E lo abbiamo ringraziato per il lavoro che sta portando avanti in questi giorni.
Con noi al Governo ci tengo a ribadire, come detto per tutta la campagna elettorale, che l’Italia manterrà gli impegni internazionali già assunti. Resterà alleata dell’occidente, resterà nella Nato, nell’Unione europea e nell’unione monetaria. Accogliendo insieme agli altri Paesi le sfide di cambiamento che abbiamo all’orizzonte.
Siamo al lavoro per favorire la formazione di un Governo dal giorno dopo le elezioni. Abbiamo aperto un dialogo con tutti, non abbiamo posto veti, abbiamo chiesto di incontrare tutti i gruppi parlamentari attraverso i nostri capigruppo: Pd, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Leu. Da queste prime interlocuzioni abbiamo individuato le forze politiche con cui secondo noi è possibile iniziare un percorso per realizzare un Governo del cambiamento.
Dal voto del 4 marzo emergono tre richieste fondamentali:
– Che al Governo vadano persone legittimate dal popolo (vorrei ricordare a tutti che i cittadini hanno bocciato governissimi, governi di scopo o governi tecnici)
– Che si governi per cambiare davvero le cose
– Che si mettano al centro le soluzioni ai loro problemi e non i giochi di palazzo.
Il percorso per realizzare un Governo del cambiamento non passa per le alleanze, ma passa da un contratto di Governo che abbia al centro le questioni più importanti per gli italiani. Vogliamo che le forze politiche si impegnino davanti alla nazione sui grandi temi da affrontare il prima possibile. Siamo una forza politica né di destra e né di sinistra e questo ci dà la forza di formare un Governo con chi sarà disposto a fare le cose.
Questo contratto sul modello tedesco, che permette alle forze politiche di stabilire temi, tempi e procedure per risolvere le questioni più importanti, potrà essere siglato secondo noi o tra Movimento 5 Stelle e Lega o tra Movimento 5 Stelle e Pd. Per questo ho intenzione di proporre un incontro da subito a Maurizio Martina e a Matteo Salvini per discutere della redazione di questo contratto per il cambiamento dell’Italia.
Subito dopo verificheremo con quale delle due forze politiche ci saranno state più convergenze sui temi. Ed è chiaro che le due soluzioni siano alternative.
Ci sono soluzioni che aspettiamo da 30 anni, lotta alla corruzione, eliminazione dei privilegi e sprechi della politica, sburocratizzazione, riduzione delle tasse, gestione del fenomeno migratorio, lotta alla povertà e creazione di posti di lavoro.
Mi auguro che dal voto del 4 marzo si sia compreso che dobbiamo metterci al lavoro per risolvere i problemi degli italiani.
Le nostre aperture sono sincere. Non sono giochi di palazzo. Qualcuno ha detto che io voglio spaccare il Pd. Io mi rivolgo sinceramente alle forze politiche che ho scelto nella loro interezza. Non mi sarei mai permesso di alimentare scissioni interne. E non ho mai pensato di voler spaccare la coalizione di centro destra rivolgendomi alla Lega, semplicemente perché è una coalizione che non esiste. Lo dimostra il fatto che si siano presentati divisi a queste consultazioni ma sopratutto lo dimostrano le dichiarazioni di oggi che hanno manifestato posizioni opposte anche rispetto al Movimento 5 Stelle.
Ci stiamo assumendo le nostre responsabilità, come ci hanno chiesto i cittadini. Ci prendiamo l’onere di incontrare le forze politiche, avviare il percorso per creare una maggioranza, individuare lo strumento, però chi ci chiede responsabilità ora metta al centro gli interessi degli italiani.