di Piernicola Pedicini, EFDD – M5S Europa
L’economia circolare compie un passo in avanti, anche se ancora troppo timido. Rispetto agli obiettivi ambiziosi che si era posto il Parlamento europeo, infatti, l’accordo trovato ai cosiddetti triloghi (dove siedono i rappresentanti di Parlamento, Commissione e Consiglio) è un compromesso al ribasso ma un passo avanti rispetto alla situazione attuale. Il testo finale fissa gli obiettivi al riciclo dei rifiuti municipali al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035. Ci sono anche obiettivi specifici catalogati per materiale che sono ancora poco ambiziosi: ad esempio, per il 2025, gli obiettivi di riciclo sono fissati al 50% per la plastica, al 25% per il legno, al 50% per l’alluminio, al 70% per il vetro e al 75% per la carta e il cartone.
L’economia circolare non è un gioco di parole, ma la soluzione alla gran parte dei mali che in anni di sviluppo abbiamo creato. Quando si parla di questa materia, infatti, bisogna aprire la mente e ragionare in ambito “macro”: grazie a quest’ultima si vuole superare l’attuale modello economico il cui imperativo dominante è la parola crescita. Ma non stiamo parlando di de-crescita, bensì di nuova intelligenza. Da questo punto di vista il risultato peggiore del negoziato riguarda la messa in discarica dei rifiuti: qui il Parlamento aveva chiesto un limite massimo del 5% entro il 2030, mentre il compromesso finale fissa il target al 10% e concede agli Stati tempo fino al 2035. Sono stati cancellati gli obiettivi di preparazione al riuso proposti dal Parlamento Europeo che avrebbero avuto un impatto positivo sulla riduzione dei rifiuti e sulla creazione di posti di lavoro. Una materia che proprio non va giù a questa UE e su cui ci eravamo già scontrati nel lontano 2015, quando vennero eliminati dal nostro rapporto d’iniziativa.
La delegazione europea del MoVimento 5 Stelle continuerà comunque la sua strada per fare valere le proposte di buon senso che sia l’economia, sia l’ambiente, sia i cittadini continuano a chiedere a gran voce, ovvero:
– un obiettivo vincolante di riduzione dei rifiuti alimentari del 30% al 2025 e del 50% al 2050;
– un obiettivo vincolante di preparazione al riuso degli imballaggi;
– introduzione obbligatoria del sistema del vuoto a rendere;
– divieto all’incenerimento di tutti i rifiuti;
– eliminazione dei sussidi alle fonti fossili che sono all’origine di ogni rifiuto.
Senza questi provvedimenti, come detto, il pacchetto che andiamo ad approvare farà registrare solo timidi miglioramenti. Dove invece occorrerebbe una vera e propria accelerazione verso un’economia realmente circolare.