di Sandro Pertini, dal discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati, V legislatura, 5 giugno 1968 […] Noi dobbiamo pensare di lavorare in una casa di cristallo. Da noi deve partire l’esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l’esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà. E non dimentichiamo che i giovani ci stanno a guardare. Dobbiamo con la nostra attività di ogni giorno, con la nostra limpida condotta essere d’esempio ai giovani e far sì che essi, stimando i membri del Parlamento, al Parlamento guardino fiduciosi. Solo ottenendo la loro stima e la loro fiducia potremo esortarli, con la speranza d’essere ascoltati, a restare sul terreno democratico e ad avanzare democraticamente le loro proposte. […] Una società democratica non può prescindere mai dalla condizione umana dei suoi membri, perché democrazia vuole dire anche giustizia sociale. E la condizione umana dei membri della società italiana deve essere tenuta presente in modo particolare da chi rappresenta il potere legislativo, cioè da noi, onorevoli colleghi. Così, senza alcuna pretesa, ho accennato ad alcune proposte riguardanti il funzionamento del Parlamento e ho brevemente detto quale dovrebbe essere il nostro compito. E penso che insieme potremo degnamente assolverlo nell’interesse del Paese.