di Andrea Greco, candidato del MoVimento 5 Stelle alla presidenza della regione Molise
La crisi economica ha generato una spirale negativa che ha determinato un peggioramento di tutti i settori. Quando si è in difficoltà, il miglior modo per riprendersi è ripartire dalle fondamenta.
La Costituzione, nelle parti in cui punta alla tutela della salute e del benessere di tutti i cittadini, può certamente essere il punto di partenza. In tal senso, è utile ricordare che la connotazione di un territorio più o meno sviluppato, nell’ambito dell’offerta dei servizi collettivi, è strettamente legata ai servizi sociali.
Porsi come obiettivo il supporto al terzo settore, non solo consentirebbe di sfuggire ad inevitabili complicanze di carattere sanitario ed al conseguente aumento dei costi per il sistema ma, generando benessere, promozione, prevenzione e risparmio, eleverebbe notevolmente i livelli occupazionali, così come l’analisi dei dati, italiani ed internazionali, riportano.
Ecco perché noi finanzieremo con lo 0,8% delle entrate a libera destinazione il settore nell’ambito della LR 13/14.
Stanzieremo risorse certe in favore delle politiche sociali. Tra i compiti fondamentali di uno Stato, e della Regione in questo caso, c’è quello di garantire la salute e il benessere di tutti i cittadini. Fatta questa premessa c’è bisogno di capire l’importanza degli operatori del terzo settore nell’assolvere a tale compito: per farlo sono necessarie le adeguate risorse finanziarie che riescano a coprire le spettanze dei lavoratori, riuscendo da un lato a garantire l’occupazione in un settore molto importante e dall’altro permettendo il miglioramento dei servizi erogati sia in termini qualitativi che quantitativi.
Dobbiamo mettere in sicurezza il sistema del welfare e ripristinare i servizi ridotti o sospesi, aumentando gradualmente la percentuale di fondi stanziati rispetto alle spese correnti della Regione fino al raggiungimento nel breve-medio periodo di un’adeguata percentuale da concordare con gli operatori del settore.
Vogliamo costituire un tavolo tecnico per l’avvio di un nuovo Piano Sociale Regionale ed elaborare un sistema di rivalutazione e promozione delle realtà locali operanti nel sociale, attraverso l’ottica della formazione degli operatori/amministratori. Riteniamo necessario realizzare un tavolo di concertazione che veda tra i partecipanti la Regione, l’ASREM, i Coordinatori di Ambito Sociale e tutte le rappresentanze del movimento cooperativo e del volontariato, nonché le associazioni di utenti e dei loro familiari, al fine di realizzare una nuova programmazione che coinvolga tutti gli operatori del settore e che riesca ad integrarsi con il Piano Sanitario Regionale.
Una totale rivisitazione del forum del terzo settore al quale parteciperanno tutte le realtà locali che operano nel sociale, che abbiano soddisfatto i requisiti richiesti dalla Regione (es. bilanci in ordine, assunzioni in regola) promuovendo percorsi formativi, in modo che gli amministratori possano conoscere dal basso le reali necessità del territorio, eliminando di fatto le “stanze buie” dove vengono distribuite le risorse e dirigendosi verso forme di bilanci partecipati.
Intendiamo dotare la Regione Molise di servizi utili a dare risposta a quelle forme di disagio che costringono i cittadini a rivolgersi fuori regione per le cure essenziali e riabilitative. In relazione ad analisi epidemiologiche, risulterà un risparmio dotarsi di centri (es. autismo, ritardi mentali dopo il compimento della maggiore età) che possano dare servizi a tutti gli utenti e che attualmente il servizio pubblico manda fuori regione.
È fondamentale, inoltre, un adeguato finanziamento del Fondo per la Non Autosufficienza.
In tale contesto si colloca anche il Reddito di cittadinanza. La Regione Molise ha finanziato, per la prima volta nella finanziaria 2015, una legge regionale che prevede una sorta di sperimentazione del reddito di cittadinanza (reddito di inclusione attiva) con un milione di euro che permette, tramite regolamenti stabiliti dagli Ambiti Territoriali e poi erogati dai Comuni capofila, un reddito mensile di 300 euro per un anno. C’è bisogno di uno stanziamento maggiore di risorse al fine di ampliare la platea dei beneficiari e superare alcuni scogli ai parametri troppo stringenti. E sarà importante anche agganciare alcune misure del Fondo Sociale Europeo.
In tema immigrazione, la Regione dovrebbe riuscire a ritagliarsi uno spazio nella filiera Governo-Prefetti-Comuni nella gestione dell’accoglienza. In questo senso sarebbe importante intervenire con il Governo, monitorare la gestione dei bandi e promuovere l’adesione, nei comuni, a progetti di accoglienza distribuita e diffusa.
Nessuno dovrà più rimanere indietro.