di Andrea Greco ai molisani, lettera pronunciata ieri a Campobasso
Eccoci qui. Tutti insieme. Noi e voi. Pronti ad afferrare un sogno.
Fino a qualche anno fa sembrava impossibile. Sembrava che il Molise fosse destinato a restare per sempre la regione che non esiste, il poltronificio degli arroganti, la terra dei poteri, il pezzo di costa che è solo un passaggio per andare verso il sud o verso il nord.
Poi ci siamo fermati, abbiamo aperto gli occhi, abbiamo osservato con più attenzione questi luoghi e ci siamo finalmente accorti della loro bellezza, delle loro potenzialità.
Abbiamo preso coscienza del fatto che questa terra meravigliosa non è il nulla. È il tutto che il potere ha solo calpestato e ferito, costringendo i suoi figli ad abbandonarla.
Ci siamo guardati negli occhi, ci siamo confrontati, ci siamo informati, e ci siamo resi conto che questa terra è stata ferita due volte: da chi l’ha governata con prepotenza ed egoismo, e dalla nostra indifferenza, dalla nostra rassegnazione, dalla complicità di molti.
Ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso che è arrivato il momento.
Reagire o soccombere. Salvarla o lasciarla finire nelle mani di chi l’ha già sventrata, prenderla tra le mani e farla rinascere, o abbandonarla a se stessa lasciandola sotto le grinfie di chi ha in programma di continuare la politica di distruzione già cominciata 20 anni fa.
È questa la scelta.
E le scelte non dipendono dagli altri, ma da noi stessi. Non possiamo più delegare, sperare in chissà chi, attendere che qualcuno decida di cambiare le cose. E non possiamo sperare in chi ha mangiato sulla vita di questa terra. No, non possiamo.
Sarebbe l’errore più grande. Il torto peggiore che possiamo fare alla nostra terra.
Ora abbiamo la possibilità di scegliere. E noi siamo pronti.
Abbiamo unito le nostre forze, le nostre idee, le nostre esperienze, le nostre competenze. E abbiamo deciso che tra scappare o restare, questa volta, vogliamo restare e riprenderci ciò che è nostro.
Per la prima volta nella storia di questa regione, un’alternativa alla politica della distruzione esiste davvero. Non ci sono più scuse.
Entreremo in quei palazzi e rimetteremo noi stessi, i cittadini, al centro di tutto. Da quel momento, da quel preciso istante, la gestione della cosa pubblica cambierà radicalmente e non si potrà più tornare indietro. I vecchi metodi verranno spazzati via. Tutti i cittadini, con consapevolezza, riprenderanno tra le mani, dopo anni di umiliazioni, il destino del Molise.
Guardateci in faccia. Siamo quei giovani che per anni sono andati via, sono stati costretti a fuggire, e salutare i genitori e gli amici dal finestrino di un treno con gli occhi lucidi e la rabbia nel cuore. Perché una terra così bella è diventata un luogo da cui scappare. E noi ci stavamo rassegnando a tutto questo.
Ma questa volta abbiamo deciso di restare anziché fuggire, di lottare anziché soccombere, di metterci in gioco e non stare più in un angolo, fermi a guardare.
Ci siamo riconosciuti nei valori dell’onestà, della dignità, della solidarietà, della comunità, nei valori di questa terra, e abbiamo capito che di fronte ai valori del bene comune non esiste arroganza che tenga. Che, oltre al tempo, non esistono altri limiti in grado di fermare una rivoluzione culturale, pacifica, gentile.
E la nostra è già cominciata.
Il popolo molisano, per la prima volta nella storia, ha di fronte a sé una grande possibilità: cambiare per sempre le sorti di questa regione. Non ci sono più alibi.
Unitevi a quest’onda inarrestabile. E, dal giorno dopo le elezioni, saremo tutti coinvolti in prima persona nella rinascita della nostra terra. Ci rimboccheremo le maniche e cominceremo a lavorare, con positività e abnegazione, per curare tutte le ferite che da troppo tempo le sono state inferte.
Basta un ultimo sforzo per poter ricominciare a sognare, questa volta con un programma reale e con la forza dei numeri, delle idee concrete, della volontà.
Decidiamo se calare definitivamente il sipario su questa terra o se alzarlo e far cominciare lo spettacolo in cui, questa volta, gli attori saremo tutti noi.
Decidiamo se sopravvivere finché sarà possibile o se cogliere quest’unica, grande opportunità.
Decidiamo se continuare a far calpestare la nostra terra, o se cominciare a seminarla per raccogliere tutto il meglio che potrà offrirci.
Decidiamo se restare il nulla, la regione che non esiste, la terra di nessuno in cui l’illegalità è padrona di tutto, o se prendere la matita e, di fronte a quella scheda sentirsi responsabili del destino di se stessi, dei propri figli, di tutti noi.
Decidiamo se mollare la presa per sempre o se afferrare forte quella fune e tirare, tutti insieme, dalla nostra parte. Perché ora, ora è il momento. Il momento di dire la nostra e di urlare con tutta la potenza che le nostre scelte assumono dentro quelle urne, che in Molise, un futuro Esiste.