Il Tar del Lazio porta lo ”Sblocca Italia” di fronte alla Corte di Giustizia Europea. Con l’ordinanza pubblicata il 24 aprile, il Tar del Lazio ha accolto i rilievi dei Comitati e delle associazioni Vas-verdi ambiente e società onlus, movimento legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare onlus, comitato Donne 29 agosto e dell’associazione Mamme per Salute e Ambiente Onlus queste ultime difese nella controversia dall’avvocato Carmela Auriemma consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Acerra, circa un eventuale contrasto tra la normativa nazionale dello ‘Sblocca Italia‘ ed il diritto dell’Unione Europea. Il Tar del Lazio con la sua ordinanza ha posto alla Corte di Giustizia europea tre questioni che mettono in discussione l’intero impianto normativo dello Sblocca Italia‘ nella parte relativa agli impianti di incenerimento e più in generale, alla pratica di incenerimento come tipologia di trattamento del rifiuto. Il Collegio dubita della conformazione dello Sblocca Italia rispetto alla normativa comunitaria su tre punti specifici: l’articolo 35 che regola la libera circolazione di rifiuti per lo smaltimento in inceneritori, il ruolo preponderante degli inceneritori definiti come impianti strategici di priminente interesse nazionale‘, la mancata Valutazione Ambientale Strategica-Vas. Tutte norme che contrasterebbero con la gerarchia d’intervento comunitario in materia di rifiuti che vede riduzione, recupero di materia e riciclo come interventi prioritari rispetto all’incenerimento di rifiuti.