di Rosa D’Amato, EFDD – M5S Europa
La gestione fallimentare della Regione Molise si traduce in una gestione fallimentare dei fondi europei. Al 31 dicembre 2017 risultano pagamenti europei per un totale di 6 milioni, su impegni pari invece a 43 milioni di Euro, con una pay-rate (rapporti impegni di spesa/pagamento) inferiore alla media italiana e europea. Cosa vuol dire? Che dei progetti originali la gran parte è rimasto sulla carta, bloccando di fatto quei soldi alla fonte per un’incapacità tutta amministrativa e politica di sfruttarli.
Secondo gli ultimi dati, a ben 4 anni dall’inizio della programmazione 2014/20, sono stati spesi nemmeno il 9% dei fondi dell’intero programma FESR-FSE – 153,6 milioni -, il quale si propone di creare crescita e occupazione incentivando l’innovazione e la competitività delle PMI, di migliorare l’efficienza energetica nella regione e tutelare il patrimonio culturale e naturale. Le imprese che devono competere in un mercato globalizzato non possono permettersi ritardi e sprechi! Oltretutto il Molise corre il rischio del disimpegno, ossia di dover restituire i fondi a Bruxelles o, pur di non farlo, di rincorrere un’accelerazione della spesa e indire bandi, approvare progetti negli ultimi mesi della programmazione senza utilità certa per il territorio o ricorrere ai progetti coerenti, traslando progetti realizzati con fondi nazionali nella certificazione europea.
Va ricordato che Abruzzo, Molise e Sardegna sono state classificate come regioni in transizione: ovvero quelle che hanno un PIL tra il 70% e 90% della media europea, ma che hanno ancora carenze infrastrutturali e difficoltà strutturali. Un altro fattore che avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme e una maggiore efficienza nell’utilizzo dei fondi europei dedicati.
Un Governo a 5 stelle non solo dovrà riprogrammare il POR 2014/20, ma chiedere d’inserire il Molise nel PON Cultura e Sviluppo, perché tutela e protezione del patrimonio, sviluppo delle infrastrutture culturali (ad esempio utilizzo degli edifici dismessi) e servizi culturali (orientati al turismo) saranno alla base del nuovo Molise.
Sarà fondamentale sfruttare anche il “PON Istruzione 2014-2020”, il programma operativo italiano sull’istruzione nel contesto attuativo del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale. Per il periodo 2014-2020 si parla di 3,019 miliardi di Euro per tutta l’Italia, soldi a cui il Molise avrebbe diritto. Finanziamenti – di cui 1,615 miliardi direttamente dal bilancio UE – che il Molise non può perdere perché deve migliorare la sicurezza e l’accessibilità degli edifici scolastici oltre a dotarli di attrezzature moderne. Gli edifici pubblici del Molise non possono fare a meno di un adeguamento e un miglioramento sismico; un adeguamento impiantistico e interventi di messa in sicurezza per l’ottenimento dell’agibilità degli edifici. Un’altra S.Giuliano di Puglia non deve accadere.
Con il MoVimento 5 Stelle questi soldi non saranno più sprecati per una cattiva amministrazione pubblica della Regione. Come abbiamo sempre detto, noi insistiamo non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità della spesa della politica di coesione. Anche nell’ottica di un possibile ridimensionamento del budget europeo post-2020, è imperativa la necessità di dimostrare il grande valore aggiunto dei progetti europei finanziati con i fondi strutturali e di investimento, per non dare ulteriori motivi ai falchi dell’austerity che vorrebbero distruggere la politica di coesione, ma anche, e soprattutto, per finanziare e attuare progetti realmente utili per i cittadini e funzionali alle vocazioni dei territori.