di Mirella Liuzzi
L’innovazione digitale deve essere al centro di questa legislatura, non c’è più tempo e troppo tempo si è perso negli anni passati ad elaborare piani, agende, documenti programmatici, utili per organizzare convegni e conferenze ma privi di alcun impatto sulla vita quotidiana di cittadini e imprese. Nelle condizioni date proporre nuovi piani sarebbe un inutile esercizio di stile.
Dobbiamo ripartire, o meglio partire, dai piccoli passi per cambiare il volto del nostro Paese. In ogni amministrazione a livello nazionale e locale si deve individuare un avamposto digitale che abbia il compito di trasformare i processi interni e nei rapporti con i cittadini ponendo al centro le tecnologie digitali. Il digitale quindi, deve essere non più qualcosa di esterno all’azione amministrativa ma una caratteristica coessenziale alla stessa.
La prospettiva di una macchina amministrativa che veda la Blockchain come tecnologia abilitante di un nuovo rapporto Stato-cittadini non è così lontana. Altri Paesi stanno percorrendo queste strade ma per arrivare a destinazione bisogna partire dai piccoli passi. E quindi rilanciare SPID rafforzandone la diffusione e facendone lo strumento abilitante per una rinnovata interlocuzione con una pubblica amministrazione che sia pronta ad accettare la sfida. Non è accettabile che per ottenere una certificazione o un documento nel 2018 ci si debba ancora mettere in fila ad uno sportello. Tutto deve essere online e SPID deve essere la chiave di accesso a questi servizi.
Ma l’intervento del pubblico non si deve limitare all’azione amministrativa ma deve percorrere almeno altre 3 direttrici: bisogna realizzare la società della rete idonea a garantire un accesso di base ad internet per tutti i cittadini; il pubblico deve fungere da volano per il finanziamento privato di startup innovative e, infine, occorre realizzare hub dell’innovazione in tutta la penisola.
Open Fiber (società partecipata da ENEL e Cassa Depositi e Prestiti) è la società della rete alla quale pensiamo e che va rafforzata. Una società che opera nel mercato ma che, considerando l’assetto societario, non può che essere la società di tutti i cittadini che assicuri un accesso gratuito di base ad internet, intervento da considerarsi come unico strumento per realizzare la conoscenza e diffusione del digitale. E ancora il pubblico attraverso Cassa Depositi e Prestiti, e in particolare il Fondo Italiano, deve fungere da volano per gli investimenti privati nel digitale. Occorre puntare a far nascere e crescere più scaleup e potenziali unicorni piuttosto che continuare con operazioni di piccolo cabotaggio prive del necessario respiro globale. Per incentivare i privati ad investire in società italiane del digitale non basta la leva fiscale, pure fondamentale e da sostenere, ma occorre un intervento del pubblico che creda nelle giovani energie imprenditoriali del nostro Paese.
Infine, sempre nell’ottica dei piccoli passi e delle iniziative abilitanti che spettano al pubblico occorre creare e rafforzare hub tecnologici in tutta la penisola. Milano non può essere l’unico polo dell’innovazione in Italia ma occorre fare sistema e creare le condizioni per la creazione di hub innovativi su tutto il territorio nazionale. Certo non mancano esperienze virtuose alimentate dai privati anche in altre zone d’Italia come la Murgia Valley ma bisogna fare di più e non lasciare sole le aziende che vogliono innovare anche in territori difficili e strutturalmente ostili all’innovazione.
Il percorso è tracciato, mettiamoci in cammino!