di Luigi Di Maio
Voglio raccontarvi cosa sta succedendo e cosa è successo in questi ultimi giorni. Innanzitutto noi abbiamo un obiettivo, in questa legislatura: portare a casa i risultati che gli italiani ci hanno chiesto. Ci hanno votato 11 milioni di italiani: siamo la prima forza politica del Paese, non circoscritta ad una zona. E abbiamo tanti problemi da risolvere ai cittadini.
Da sempre abbiamo corso da soli, perché delle altre forze politiche non ci fidavamo. E infatti, una volta entrati in questa nuova legislatura, abbiamo immediatamente proposto un contratto di governo e non un’alleanza. Perché è quel contratto che avremmo rivendicato nel momento in cui non ci fossero stati più i presupposti per andare avanti.
Vedo esperti di politica, opinionisti, che ironizzano su questo contratto. Se ne facciano una ragione: per noi è una cosa seria. È il perno di qualsiasi governo che si sta per costruire. E lo stiamo costruendo questo governo, insieme a un altro partito che è la Lega, negli ultimi sei giorni. Vi sto dicendo che abbiamo quasi concluso questo lavoro in sei giorni, in Germania ci hanno messo sei mesi. Ciononostante ci accusano di star perdendo tempo.
In questo contratto abbiamo già ottenuto risultati importantissimi: il reddito di cittadinanza che non sia assistenzialismo, la flat tax equa che abbasserà le tasse a imprese e cittadini. Non sono slogan, ma di aiuti concreti. Aiuti a chi perde il lavoro, aiuti alle nostre imprese che sono le più vessate d’Europa.
Vedete, in tutti questi anni, nei programmi dei partiti questi aiuti erano previsti. Peccato che erano solo nei programmi. Perché proponiamo il contratto? Proprio per questo. Perché vogliamo che le azioni siano legate a qualcosa di vincolante, un contratto di governo che è un atto di impegno davanti a tutti gli italiani.
Oltre a reddito di cittadinanza e flat tax è previsto anche il carcere per gli evasori. È un passo dovuto, in un Paese dove i furbi si sentono grandi uomini e gli onesti dei fessi. Poi il taglio delle pensioni d’oro, gli sprechi sulle opere pubbliche, la Rai, i vincoli europei che vanno rivisti. Ma come si fa a ironizzare? Questo è il cuore di quello che vogliamo portare a casa. Poi dopo vengono i nomi, vengono i ministri.
Non c’è un solo giornale che spenda una parola buona per questo tavolo. Solo attacchi, da eurocrati non eletti da nessuno. Il Financial Times che dice che Roma ha aperto le porte a nuovi barbari: ma come vi permettete? Il MoVimento 5 Stelle è stato votato da 11 milioni di italiani. Se questo governo con la Lega si farà avrà 17 milioni di persone che lo hanno votato.
Dobbiamo essere felici dei temi che stiamo portando avanti. E più arrivano attacchi, più sono motivato ad andare avanti, perché vedo tanta paura in un certo establishment, tanta paura per il cambiamento. Ma chi ha paura del cambiamento, oggi è nostro nemico. Se riusciremo a fare questo governo non lo so, ma so che a questo tavolo stiamo facendo un buon lavoro.
Siamo davanti a un bivio: da una parte c’è il coraggio e dall’altro c’è la paura. E questo è il momento del coraggio. Il coraggio di andare fino in fondo e cambiare le cose. I presupposti ci sono? Dipende. È importante capire se riusciamo a chiudere il contratto mettendoci dentro tutti i temi che servono. E di questo discuteremo anche ai gazebo del MoVimento, in tutta Italia, durante il prossimo weekend. Se ci riusciamo ridaremo, con coraggio, i diritti ai cittadini, riporteremo l’Italia ai tavoli europei per quello che vale (dà 20 mld di euro al bilancio europeo, è uno dei Paesi fondatori dell’Ue). Se ci riusciamo abbiamo la grande occasione di cambiare veramente le cose. Ma è un momento per coraggiosi, non per cuori deboli. Ed è questo il mio appello: chi ha coraggio ci dia una mano per andare fino in fondo. Questa è la strada del cambiamento, quella giusta! Il MoVimento 5 Stelle c’è. Vuole andare fino in fondo e portare a casa i risultati. Possiamo fare un buon lavoro per questo Paese, ma dobbiamo essere convinti di quello che stiamo facendo. Una rivoluzione gentile. Crediamoci e ce la possiamo fare.