di Sara Marcozzi, portavoce MoVimento 5 Stelle Abruzzo
Non sussistono cause di incompatibilità tra la carica di Senatore e quella di Presidente della Regione Abruzzo. Con 16 voti contro e 15 a favore il Consiglio regionale d’ Abruzzo ha respinto l’istanza di incompatibilità nei confronti del governatore Luciano D’Alfonso, eletto senatore nelle scorse politiche del 4 marzo. E’ questa la clamorosa decisione che la maggioranza del Governo regionale di Luciano D’Alfonso ha imposto oggi alla nostra Regione, invece di prendere atto dell’incompatibilità, sancita dall’art. 122 della Costituzione e dal Regolamento del Consiglio Regionale, e deliberare la conseguente contestazione di incompatibilità a Luciano D’Alfonso.
Un atteggiamento di prepotenza istituzionale paradossale e in spregio della democrazia. Un atto di equilibrismo istituzionale che vede conniventi tutti i consiglieri regionali di maggioranza. Ancora una volta la maggioranza pone la carriera politica del Presidente D’Alfonso davanti agli interessi della comunità abruzzese.
Ciò anche in totale spregio del parere degli uffici legislativi del Consiglio Regionale che ben hanno chiarito la totale indipendenza del procedimento di decadenza previsto dal Regolamento del Consiglio regionale rispetto a quello sancito nel Regolamento del Senato. Siamo davanti alla scena più triste nella storia democratica d’Abruzzo: un’intera regione tenuta in ostaggio dalla carriera politica di un uomo appoggiato da una maggioranza di figure deboli che non sono state capaci di difendere i cittadini dall’arroganza istituzionale del Presidente-Senatore Luciano D’Alfonso.
Quello che avrebbe dovuto essere un semplice adempimento burocratico di constatazione delle due cariche è stato rimesso ancora una volta alla volontà della maggioranza di governo solo per agevolare la carriera politica di un uomo.
E gli abruzzesi devono aspettare che tra un impegno e l’altro da senatore, Luciano D’Alfonso trovi qualche ritaglio di tempo per fare il presidente della nostra regione.
Cos’altro deve accadere perché il Presidente D’Alfonso si renda conto che sta facendo il peggio per l’Abruzzo? Prosegue imperterrito la strada dell’equilibrismo fanta-giurisprudenziale, citando come precedenti per lui plausibili Mazzini e Garibaldi, deputati del Regno nel 1866, nella personalissima interpretazione delle leggi a suo abuso e consumo.
Un atteggiamento che è ormai straripato dall’arrogante al patetico. Una Regione intera è paralizzata con la connivenza di una maggioranza che guarda sempre più al proprio orticello e non al benessere dell’Abruzzo. Quello che sta accadendo in questa regione è un caso unico in Italia. Siamo sicuri che gli abruzzesi meritino di meglio e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità, tutto quanto la legge ci consente, per ridare all’Abruzzo la dignità persa negli ultimi 10 anni.
Ps: oggi in Consiglio regionale erano presenti i “Deputati del Regno” Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi: “Il Presidente-Senatore Luciano D’Alfonso ci ha chiamati in causa, siamo venuti.” Garibaldi ha precisato: “conosco i due mondi ma non le due poltrone”.
N.B: Non avremmo mai voluto portare Mazzini e Garibaldi, che per noi del sud sono tutt’altro che eroi, in Consiglio Regionale. Ma alle risibili citazioni del Presidente D’Alfonso i cittadini hanno voluto rispondere con una risata… una amara risata.
Presto le cose cambieranno. Prima o poi torneremo al voto e i cittadini hanno memoria.