di MoVimento 5 Stelle
Il Governo del cambiamento è sotto attacco. Dopo il terrorismo sullo spread e le indebite interferenze di politici e burocrati europei oggi è il turno della stampa americana. Il bersaglio su cui sparare è Giuseppe Conte, il candidato Presidente del Consiglio che abbiamo individuato insieme alla Lega. Il New York Times si inventa dal nulla uno scoop senza notizia, dipingendo Conte come un millantatore di titoli che non avrebbe.
In realtà Conte non millanta un bel nulla. In un curriculum lungo 12 pagine e ricco di titoli meritevoli segnala anche di aver “perfezionato e aggiornato” i suoi studi alla NY University, avendoci “soggiornato” nel periodo estivo dal 2008 al 2012. Non c’è alcun riferimento a master o titoli di altro genere, ma la semplice e puntuale descrizione della sua attività di studioso e docente universitario. A conferma di quanto Conte scrive nel curriculum c’è anche lo scambio di mail con Mark Geistfeld, autorevole studioso della responsabilità civile della NYU School of Law. L’agenzia di stampa Adnkronos, in possesso delle mail, scrive che: “Lo scambio di mail proverebbe dunque che Conte trascorreva parte delle sue vacanze estive nella università newyorkese, avvalendosi della biblioteca e di scambi culturali, sfociati anche in collaborazioni, con i colleghi dell’ateneo statunitense. Durante il soggiorno del 2014, come si evince dalle mail, Conte incontrò e interagì con Geistfeld. E proprio da questo scambio è nato l’inserimento del docente statunitense nel comitato scientifico della storica rivista ‘Giustizia civile‘, edita da Giuffrè, di cui Conte è direttore. Dalle ricerche effettuate in quell’anno è scaturito un volume che Conte starebbe ultimando sulla responsabilità civile, un testo che opera un serrato confronto con i sistemi di common law. Nella prima mail spedita da Conte a Geistfeld, rigorosamente in lingua inglese, il premier indicato da Di Maio conferma la volontà – espressa nei mesi precedenti al diretto interessato- di inserire il collega della NYU nella rivista in questione e chiede un incontro per consegnargli una copia del fascicolo”. E ancora: “Conte, nelle mail in possesso dell’Adnkronos, annuncia la sua presenza a New York, dunque chiede al collega di incontrarlo per parlare del progetto. In caso contrario, propone di lasciare la copia del fascicolo alla NYU, dove si trova nel momento in cui inoltra la mail a Geistfeld per ultimare, spiega, un nuovo volume sul tema della formazione del contratto. Segue la risposta del docente statunitense, che dà appuntamento a Conte per il martedì successivo, alle 11, nel suo ufficio, la ‘Room 411A”.
Intanto anche il professor Mads Andenas, studioso di diritto contrattuale europeo e già direttore del londinese British Institute of International and Comparative Law difende Conte su Twitter scrivendo che: “I professori studiano in biblioteca per tali soggiorni durante le vacanze estive, e non sono ‘staff’ o ‘students”, e Conte “ha spiegato di aver soggiornato presso scuole di giurisprudenza di lingua inglese in estate per migliorare il suo inglese e la sua preparazione. Altri professori di giurisprudenza lo fanno e molti altri dovrebbero farlo. Il professor Conte fa parte dell’Editorial Board of European Business Law Review”.
La colpa di Conte, quindi, sarebbe di essere stato troppo preciso nel curriculum? O di aver viaggiato per il mondo per arricchire il suo profilo? La verità è che il New York Times manipola le parole per restituire un’immagine artificiosa di un professionista serio e autorevole.
Ma quello del giornale americano non è l’unico attacco gratuito che Giuseppe Conte sta subendo in queste ore. La giornalista Jeanne Perego afferma che l’Internationales Kulturinstitut di Vienna, dove il prof. Conte ha seguito un corso per approfondire il linguaggio settoriale del tedesco giuridico, in realtà non esiste. La stessa fonte, però, afferma subito dopo che si tratta di una scuola di lingue. Delle due l’una: o il suddetto istituto non esiste oppure è, appunto, una scuola di lingue dove Giuseppe Conte, come correttamente riportato nel suo curriculum, ha frequentato un corso di tedesco; lingua, tra l’altro, che ogni giurista del suo livello dovrebbe conoscere.
Infine il capitolo Stamina. È lo stesso fondatore del controverso metodo di cura, Davide Vannoni, a smentire ogni rapporto con Giuseppe Conte: “Non c’è nulla di vero, non ho mai conosciuto Giuseppe Conte e non ci ho nemmeno mai parlato direttamente. Conte è uno dei mille avvocati che hanno sostenuto altrettante richieste di pazienti che cercavano di ottenere le cure Stamina presso l’Ospedale di Brescia”. E alla domanda sul perché Conte abbia difeso una famiglia in cura con Stamina, Vannoni replica: “Per un’azione di giustizia, c’era una legge che lo consentiva, la Turco-Fazio”.
Ma la stampa italiana, manco a dirlo, rilancia senza pudore queste menzogne da quattro soldi, in un gioco al massacro che ha come unico obiettivo la diffamazione del nascente governo M5S-Lega. In prima linea c’è naturalmente Repubblica, il giornale della tessera numero 1 del Pd.
Ora dopo ora le infamanti accuse verso Giuseppe Conte si sciolgono come neve al sole. La campagna diffamatoria è talmente esplicita e grossolana che riuscirà solo a rafforzarci. Quando siamo arrivati ad un accordo con la Lega eravamo consapevoli di quello che ci aspettava. Troppi sono gli interessi in gioco, troppe le resistenze al cambiamento. Chi ci attacca senza ritegno sappia che non molleremo di un centimetro. Lo dobbiamo ai 17 milioni di italiani che contro tutti e tutto ci hanno dato il loro voto.