di Francesco Erspamer, docente alla Harvard University
Sarà molto dura: a una buona parte degli italiani piace venire disinformata; una volta si affidava ai preti, adesso ai giornalisti; e allora come oggi non verifica, non ragiona, non legge i testi, neanche quelli sacri figuriamoci gli articoli, e si accontenta dei titoli e sottotitoli o dei riassunti tendenziosi proposti nelle prediche.
Prendete l’attacco del gruppo del miliardario renziano De Benedetti (Espresso-La Repubblica) a Giuseppe Conte, incaricato di formare il nuovo governo. Lo accusano di avere millantato studi accademici a New York University, come se con una carriera come la sua ne avesse bisogno; e per comprovarlo pubblicano un curriculum di cinque anni fa, 28 pagine molto fitte che nessuno leggerà. Nelle quali la frase incriminante sarebbe questa:
“Dall’anno 2008 all’anno 2012 ha soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, presso la New York University, per perfezionare e aggiornare i suoi studi”.
E allora? Con molta chiarezza si parla di “soggiorno” (non del master menzionato dagli spacciatori di gossip): a Harvard concediamo spesso a dottorandi e studiosi stranieri la possibilità di accedere alle biblioteche e di partecipare ai pochi eventi che hanno luogo durante la pausa estiva; ovviamente non vengono registrati (se no dovrebbero pagare) ma mi pare giusto che chi le sue vacanze le passi, invece che in spiaggia alle Maldive o a Capalbio, facendo ricerca in una prestigiosa istituzione, poi includa l’esperienza nel suo curriculum. Cosa ben diversa rispetto alla piddina Valeria Fedeli, ministro dell’istruzione nel governo Gentiloni, che vantò un “diploma di laurea” mai conseguito.