La vertenza ILVA assume sempre più i contorni di un braccio di ferro giocato sulle spalle di cittadini e lavoratori. Il 2 maggio abbiamo ricevuto un invito da parte dei sindacati locali presso la Sala consiliare del Comune di Taranto, rivolto ai Deputati e Senatori del territorio ionico, al Presidente della Regione Puglia e della Provincia di Taranto, al Sindaco di Taranto e Sindaci dei comuni ionici. A stretto giro il Presidente della Regione Puglia ha annunciato un incontro analogo con gli stessi attori nella sede regionale di Via Gentile a Bari. Solo poche ore dopo abbiamo appreso di una nota dei Segretari Generali dei Sindacati, nella quale si specificava che le trattative del gruppo ILVA sono materia di discussione Ministeriale.
Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di non prestarsi all’ennesima prova di forza tra opposte fazioni, consumata sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori.
La trattativa sul futuro occupazionale degli operai del polo siderurgico si sta svolgendo in assenza di una ben definita linea contrattuale, di un piano ambientale, sanitario oe di riconversione economica del territorio. Questa è la triste conclusione di un percorso criminale durato 12 decreti legge che prevede:
– l’immunità penale per i Commissari e i futuri affittuari/acquirenti, anche in caso di accertamento di danno;
– l’autorizzazione all’attività di discariche di rifiuti speciali senza le normali procedure AIA;
– un rischio sanitario accertato che rimarrebbe, anche in caso di realizzazione di tutte le prescrizioni previste per il 2023, per oltre 12.000 cittadini;
– la possibilità per l’affittuario/acquirente di ridurre investimenti per salvaguardare salute e ambiente in caso di mancato raggiungimento del profitto;
– l’esonero totale dei debiti antecedenti al trasferimento aziendale;
– la mancanza di tutele sui redditi e sui diritti dei lavoratori, i quali verranno in ogni caso decurtati di un numero non inferiore alle 4000 unità;
– nessuna quantificazione della spesa per la decontaminazione del territorio.
Queste sono solo alcune delle numerose criticità della vertenza ILVA. A conti fatti, questa trattativa è stata condotta dai vari Governi che si sono susseguiti in maniera dilettantistica, fallimentare, infischiandosene dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Questa è una verità ormai sotto gli occhi di tutti: il contratto sottoscritto dal Governo pregiudica il presente e il futuro di Taranto e per essere approvato occorre solo la firma dei sindacati e il via libera dell’antitrust europeo.
Non è ancora scaduto il tempo per invertire la rotta: occorre una pianificazione attraverso un accordo di programma che preveda la graduale chiusura delle fonti inquinanti, la bonifica con l’impiego delle maestranze in forza allo stabilimento e una riconversione economica del territorio.
Siamo una forza politica aperta al confronto e per questo annunciamo che nei prossimi giorni inviteremo le forze sindacali ad un tavolo di discussione a Taranto.