di Gianluigi Paragone
Ieri a Monfalcone è morto un ragazzo di 19 anni. È morto quasi da invisibile, perché nella giungla delle filiere del subappalto, delle cooperative dove il lavoratore diventa una matricola, una persona che presta il suo lavoro per poche ore, per pochi giorni, diventa un “io non lo conosco, io non so chi sia”.
È morto e adesso quel nome lo devono conoscere tutti. È un ragazzo di 19 anni, uno come tanti, uno a cui sono stati sfilati i diritti.
E a proposito di diritti sfilati, voglio raccontarvi anche il caso dei lavoratori della FedEx, una multinazionale che, sicuramente, non ha problemi né di cassa, né di profitti, né di bilancio: non è insomma una multinazionale in crisi.
Bene. Nonostante questo, nonostante l’ottimo stato di salute, FedEX ha annunciato qualcosa come 360 esuberi, e ad altre 40 persone circa ha mostrato la porta dicendo che si devono trasferire in posti logisticamente lontani. Fanno sempre così quando vogliono “riformare”, quando vogliono “riammodernare” e “riorganizzare” le loro strutture.
Io direi che è arrivato il tempo in cui i lavoratori non scompaiano più, non siano più delle matricole, non siano più dei numeri. Hanno dei diritti, perché sono dei cittadini italiani coperti e garantiti dalla Costituzione italiana.