di Luigi Di Maio
Buonasera a tutti, in sei anni in Parlamento non avevo mai visto una cosa del genere. Dovete sapere che oggi ci è stato impedito di fare il governo del cambiamento e non perché noi ci eravamo intestarditi su Savona, ma perché tutti quelli come Savona non andavano bene, tutti quelli che nella loro vita – personalità di spessore, professionisti, accademici che avevano preso parte a considerazioni in dottrina sull’Euro e sull’Europa – chi era stato critico su questi argomenti, non va bene come ministro della Repubblica.
Allora se questo è il punto abbiamo un grande problema in Italia: questa non è una democrazia libera se siamo in queste condizioni. Io sono stato un profondo estimatore del Presidente della Repubblica Mattarella ma questa scelta per me è incomprensibile. Non è comprensibile perché noi ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo fatto un contratto di governo, in quel contratto di governo non c’era l’uscita dall’Euro, c’era la modifica dei trattati sull’Europa e la rivisitazione di alcune regole europee, questo sì. Abbiamo composto una maggioranza e abbiamo fatto tutta la squadra di governo. Noi oggi siamo andati al Colle con tutti i nomi, ministero per ministero. Ci siamo messi intorno a un tavolo e sulla base di quel contratto abbiamo deciso chi dovesse andare in un Ministero e chi in un altro a realizzare il cambiamento per il Paese.
Eravamo pronti ad abolire la legge Fornero, a modificare i contratti di lavoro super precari, dovevamo mettere a posto tante cose, l’immigrazione, i problemi economici, quanta roba avevamo progettato. E non c’è stato permesso. Eppure rappresentiamo circa il 60% del consenso popolare in Italia, rappresentiamo due forze politiche che hanno vinto le elezioni. Tuttora, oggi, queste forze M5S e Lega insieme hanno la maggioranza in Parlamento. Avevamo espresso Conte come Presidente del Consiglio incaricato, avevamo messo insieme la squadra dei ministri, eravamo pronti a governare e ci è stato detto no.
Ora il no perché? Perchè le agenzie di rating in tutta europa erano preoccupate per un uomo, un uomo che va a fare il ministro dell’economia? Che gli investitori erano preoccupati in tutta Europa? Questo è il punto? E allora ditelo, diciamocelo chiaramente: in questo Paese è inutile che andiamo a votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating e le lobby finanziarie e bancarie, tanto i governi li decidono sempre gli stessi, anche quando il popolo dà più del 50% di consenso a due forze politiche che vogliono cambiare le cose e vogliono rappresentare per gli italiani i loro interessi, alla fine un modo per bloccare tutto questo lo si trova sempre.
È inaccettabile, è un livello di scontro istituzionale mai visto. Io voglio dire chiaramente non possiamo stare qui a guardare, a dire “va bene ok torniamo al voto“. Torniamo al voto. E poi che succede? Riportiamo Savona al Quirinale, pure con l’80% e ci ridicono NO. Perché? Perché nella sua vita ha criticato l’Euro. Uno che ha fatto il Ministro della Repubblica all’inizio della seconda Repubblica adesso non va bene più. Andava bene quando stava con Ciampi, quando sta con il MoVimeto 5 Stelle non va bene più.
Ma il punto non è Savona, vorrei che si sapesse questo. E lo dobbiamo raccontare il più possibile questo. Il punto non è un nome. Qui il punto è un modo di intendere l’Italia, sovrana oppure no. E per noi l’Italia è sovrana. Perché la sovranità appartiene al popolo. E se è questo il punto, se si vuole impedire la nascita di un governo del M5S e della Lega, un governo del cambiamento e allora ce lo devono dire chiaramente, perché oggi lo hanno dimostrato.
Io sono molto arrabbiato, potete immaginare quanto tempo abbiamo dedicato alla formazione del governo del cambiamento. Ci abbiamo messo oltre 80 giorni, ci stiamo lavorando da decine e decine di giorni, non solo la parte politica del MoVimento, ma anche tecnici, legislativi, la comunicazione, stiamo lavorando dalla mattina alla sera per dare un governo a questo Paese. Ma la verità è che stanno facendo di tutto per non mandare il MoVimento 5 Stelle al governo di questo Paese. E quando dico “stanno“, mi riferisco a quelli che sperano, a quelli che remano contro e quelli che si lasciano condizionare. E io non posso accettare che il Ministro dell’Economia italiano lo decidano o altre nazioni o le agenzie di rating che sono quelle che non ci hanno informato della crisi del 2007 facendo perdere risparmi a milioni di persone in tutto il mondo. Quelli là devono venire a decidere chi deve fare il Ministro dell’Economia di un governo del cambiamento?! Non lo so nei prossimi mesi cosa accadrà. Noi ci siamo, ci sarà sempre il MoVimento 5 Stelle, ma con una consapevolezza totalmente differente. Io voglio chiudere questo video leggendovi la lista dei ministri, perché è quella che Giuseppe Conte ha portato al Quirinale. Perché non è una cosa da poco.
ECCO LA LISTA:
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI: Giuseppe Conte
VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELLO
SVILUPPO ECONOMICO, DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI: Luigi Di Maio
VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL’INTERNO: Matteo Salvini
Ministri senza portafoglio:
RAPPORTI CON IL PARLAMENTO E DEMOCRAZIA DIRETTA: Riccardo Fraccaro
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Giulia Bongiorno
AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE Enrica Stefani
SUD Barbara Lezzi
DISABILITA’ Lorenzo Fontana
Ministeri con portafoglio:
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Luca Giansanti
GIUSTIZIA Alfonso Bonafede
DIFESA Elisabetta Trenta
ECONOMIA E FINANZE Paolo Savona
POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI Gianmarco Centinaio
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI Mauro Coltorti
MIUR Marco Bussetti
MIBACT Alberto Bonisoli
SALUTE Giulia Grillo
AMBIENTE Sergio Costa
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Giancarlo Giorgetti
Questa era la squadra di governo che domani mattina poteva giurare al Quirinale.
Qual è la morale della favola? Che in questo Paese puoi essere un criminale condannato per frode fiscale, puoi essere Angelino Alfano, puoi essere una persona sotto indagine per corruzione, puoi essere una persona che si è macchiata anche di reati legati alla P.A. o all’infiltrazione della mafia nella P.A. e nello Stato e il ministro lo puoi fare, ma se hai criticato l’euro e hai criticato l’Europa non puoi permetterti neanche di pensare di fare il ministro dell’Economia. Non finisce qui. Ciao
Ps: alle 21.30 ci vediamo a Fiumicino