Cambiamento o restaurazione. In questa intervista rilasciata da Laura Agea e Isabella Adinolfi al sito d’informazione tedesco www.treffpunkteuropa.de abbiamo spiegato che la nostra unica bussola politica sono gli interessi dei cittadini. Siamo orgogliosi di essere la prima forza politica post-ideologica d’Europa. Destra e sinistra sono delle categorie che appartengono al passato. Noi mettiamo al centro il cittadino, le imprese e l’interesse dell’Italia che deve tornare a essere un protagonista dell’Europa. Ecco la traduzione dell’intervista in italiano. Questa è invece la versione in inglese.
intervista a Laura Agea, Efdd, capodelegazione M5S al Parlamento europeo
1. Per molte persone fuori dall’Italia, il Movimento 5 Stelle è ancora un mistero. In gran parte si leggono notizie su quello che il vostro partito critica e non vuole. Quali sono i vostri principali obiettivi per Europa e l’Italia?
“In realtà siamo la forza politica italiana meno misteriosa e più aperta e trasparente di tutti. Il nostro candidato premier è stato scelto con un voto prima delle elezioni, i nostri candidati al Parlamento nazionale ed europeo sono stati scelti attraverso delle primarie interne. Sulla piattaforma Rousseau i nostri iscritti avanzano le loro proposte di legge che poi vengono discusse nelle aule parlamentari. Noi pratichiamo tutti i giorni la democrazia diretta aprendo le Istituzioni italiane ai cittadini. Chi altro lo fa? Ecco il nostro principale obiettivo. Vogliamo un cambiamento vero che porti al centro dell’attività politica gli interessi dei cittadini”.
2. Il vostro partito è difficile da classificare nel solito spettro destra-sinistra. Molti vi definiscono populisti, a volte persino populisti di destra. Come descriverebbe il suo partito e il suo orientamento?
“Per 11 milioni di cittadini italiani che ci hanno votato alle ultime elezioni politiche il Movimento 5 Stelle è una forza di cambiamento. Siamo la forza politica del futuro e non a caso abbiamo un largo consenso fra i giovani, i cui diritti troppo spesso sono stati calpestati dai partiti che hanno governato fino ad oggi. Penso che oggi non sia più possibile ragionare con le categorie del ‘900 di destra, sinistra e centro. Non fanno più parte del vissuto dei cittadini. Le ideologie non esistono più e il successo del M5S è anche quello di essere al passo coi tempi. Il Movimento 5 Stelle è la più grande forza post-ideologica d’Europa”.
3. Al Parlamento europeo fate parte del gruppo Efdd. Un gruppo che consiste, a parte il M5S, in una maggioranza di populisti di destra e partiti estremisti di destra come l’AFD tedesco. Non è una strana scelta di compagnia per un partito come il vostro?
“In questi anni al Parlamento europeo abbiamo dialogato con tutti avendo come bussola l’interesse del nostro Paese e di tutti i cittadini. Come abbiamo detto più volte, il gruppo Efdd ha al proprio interno diverse sensibilità ed è importante per noi sapere che tutte queste siano state finora rispettate”.
4. Parlando dell’Unione europea: quali sono i vostri due punti principali di critica? Cosa dovrebbe essere fatto in modo diverso?
“Siamo molto critici in particolare sulle questioni economiche e sulla gestione del fenomeno migratorio. Diciamo no all’austerità e al dumping economico e sociale praticato dentro l’Unione. Vogliamo l’esenzione degli investimenti pubblici produttivi dal calcolo dei parametri di bilancio e piena trasparenza sui tax rulings tra Stati e multinazionali. Per quanto riguarda l’immigrazione l’Italia è stata colpevolmente lasciata sola in questi anni. Per carità, è stata anche colpa dei nostri governi di centrodestra e centrosinistra che hanno firmato accordi molto negativi per il nostro Paese, come il regolamento di Dublino. Il Parlamento europeo ha votato recentemente la nuova riforma di questo Regolamento e noi non la consideriamo un passo in avanti perché obbliga l’Italia a gestire tutti i migranti economici arrivati. Per loro non è previsto nessun ricollocamento, nessuna solidarietà europea, nessuna condivisione degli oneri legati alla gestione dell’immigrazione ma i migranti che arrivano nel nostro Paese non vogliono restare in Italia. L’Italia è una nazione di passaggio quindi la gestione dei flussi, l’accoglienza, le responsabilità e gli oneri dovrebbero essere condivisi equamente tra tutti gli Stati Membri in base a parametri oggettivi e quantificabili, come popolazione, PIL e tasso di disoccupazione”.
5. E quale considera l’aspetto più positivo dell’Unione europea?
“L’Europa è piena di best practises che vogliamo importare in Italia. Una di questa è il minimum income che è presente come misura di contrasto alla povertà in tutti i Paesi europei ma non in Italia e Grecia. Altro tema, la Germania è campione dell’energia rinnovabile. Avete investito tantissimo in questo settore negli ultimi anni, bene… in Italia sole e vento non mancano. Nel nostro programma di governo c’è l’uscita dal petrolio entro il 2050. Un altro punto, a Helsinki i fondi europei vengono usati per trasformare il parco degli autobus pubblici in elettrici e driveless. In molte parti d’Europa c’è una attenzione forte sui temi del futuro. I partiti italiani invece guardano al passato”.
6. La Germania è uno dei principali attori all’interno dell’UE, ma a molti sembra anche che la Germania stia spesso imponendo il suo programma all’UE a proprio vantaggio, ad esempio attraverso le esportazioni o sottostimando gli obiettivi di inflazione. C’è qualcosa che la Germania deve fare diversamente?
“La Germania è uno di quei Paesi che ha accumulato negli ultimi anni surplus eccessivi delle partite correnti, impendendo il riequilibrio tra Stati e ostacolando la ripresa nella periferia dell’Eurozona. Dialogheremo con le autorità tedesche per risolvere tutti i problemi e le sfide che ci sono oggi in Europa. Non vediamo l’ora di confrontarci con loro”.
7. Per molto tempo, il vostro partito ha sostenuto un referendum sull’uscita dall’euro dell’Italia. Recentemente questa idea è stata ritirata. Significa che il Movimento 5 Stelle ha cambiato il suo punto di vista sull’UE o è conseguenza della situazione caotico avuta con la Brexit?
“In Gran Bretagna c’è stato un referendum e i cittadini hanno deciso. Dobbiamo rispettare la loro volontà. Piuttosto, non mi sembra che questo campanello d’allarme sia stato avvertito a Bruxelles. Commissione e Consiglio sono refrattari a cambiare agenda politica. Il Movimento 5 Stelle non ha mai cambiato idea sull’Europa. Basta leggere il programma di 7 punti con i quali ci siamo candidati al Parlamento europeo”.
8. Adesso che avete vinto le elezioni italiane e che siete vicini a vincere le elezioni europee anche nel 2019…cosa cambierà? E cosa può aspettarsi l’Europa da voi? Prenderete un ruolo più attivo?
“L’Italia deve tornare protagonista sullo scenario europeo. Siamo uno dei Paesi fondatori, la terza economia europea più grande e contributore netto del budget europeo. Eppure le politiche agricole e commerciali ci penalizzano. Con noi al governo l’Italia sarà più presente a Bruxelles, parteciperemo a tutti i Consigli dell’Unione europea e faremo sentire e pesare la voce dei cittadini italiani e gli interessi delle nostre pmi”.
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intervista a Isabella Adinolfi, parlamentare europeo Efdd/M5S
9. Riguardo all’Italia: quali saranno i prossimi passi? Avete offerto una cooperazione condizionale al PD, ma hanno declinato. Salvini vuole lavorare con voi, ma voi non volete lavorare con lui. Forza Italia è il vero manifesto della corruzione che volete combattere … come troverà l’Italia un nuovo governo?
“La nostra posizione è chiara. Abbiamo offerto a Pd e Lega un impegno di governo come quello siglato in Germania fra Cdu e Spd. La soluzione non è fare alleanze, inciuci, accordi tra le forze politiche. Noi vogliamo cambiare completamente metodo, proponendo un approccio differente, concreto. Vogliamo mettere al centro i temi, cioè le soluzioni per risolvere i problemi del Paese. Abbiamo dato al professore Giacinto Della Cananea il compito di una comparazione politica tra il nostro programma, quello del Partito Democratico e della Lega al fine di preparare le basi per la stesura dell’eventuale contratto di Governo. Vogliamo cambiare l’Italia”.
10. In Italia, il vostro partito è nato con l’obiettivo principale di combattere la corruzione in un paese che sembra invaso da ciò. Quali sono le vostre strategie e quali strategie contro la corruzione potrebbero essere implementate anche su scala europea?
“Uno dei principali obiettivi della nostra azione politica in Italia è quella di combattere la corruzione, che produce enormi danni economici, culturali e sociali. Abbiamo alcune proposte per facilitare il lavoro del sistema giudiziario, come l’introduzione di un nuovo strumento legale: l’agente provocatore. A livello europeo, insieme ad altri deputati, chiediamo l’introduzione di una nuova legislazione sulla protezione degli informatori, che rappresentano un prezioso alleato in questa lotta. Inoltre, il mio collega Ignazio Corrao è stato il relatore della nuova direttiva sul riciclaggio di denaro. Questa direttiva è molto importante perché, introducendo una legislazione europea armonizzata, consente di colmare le lacune esistenti e favorisce la cooperazione tra gli Stati membri. Rappresenta un importante passo avanti anche nella lotta alla corruzione”.
11. In molti aspetti voi rompete con le convenzionali politiche classiche. Il Movimento 5 Stelle fa molte cose in modo diverso. È vero che tutti i membri del vostro partito che potrebbero avere un ruolo governativo stanno donando parte del loro salario finanziato a un fondo che cerca di aiutare le persone? Come funziona e pensa che sia efficace?
“È un nostro preciso impegno elettorale donare parte del nostro stipendio a un fondo pubblico che presta denaro alle PMI. Ciò ha permesso la nascita di nuove imprese ed è qualcosa di molto concreto che ci rende molto orgogliosi. I politici devono davvero essere un esempio positivo ai propri cittadini e mostrare che il cambiamento sia possibile se c’è la volontà politica. Facciamo l’esempio del nuovo presidente eletto della Camera dei Deputati Roberto Fico, che ha rifiutato una quota di stipendio aggiuntivo che gli spettava per il suo nuovo ruolo. Questo tipo di atti sono importanti perché, da un lato, consentono di risparmiare fondi pubblici e, dall’altro, ricollegano i cittadini con le istituzioni. È un messaggio che i cittadini recepiscono e dimostra che un altro modo di fare politica è possibile”.
12. Su scala europea, il vostro partito ha recentemente flirtato con “En Marche” – un altro partito nuovo e atipico. Finora, il partito di Macron sembra essere scettico riguardo a una collaborazione con voi. È ancora in piedi l’idea di cercare una nuova “casa” politica in Europa e per quali ragioni la cercate?
“In questi anni di lavoro al Parlamento europeo ci siamo confrontati con tutti. La nostra bussola è stata l’interesse dei cittadini. Questo è lo stesso metodo che utilizzeremo fra un anno dopo le elezioni europee. Ci confrontiamo con tutti senza nessun pregiudizio ideologico. Cercheremo convergenze sui temi per realizzare quel cambiamento europeo che tutti si aspettano”.
13. La maggior parte dei cittadini che sostengono l’UE sono giovani – mentre la stessa UE è dominata da politici anziani. Quale è il vostro messaggio ai giovani europei?
“Il Movimento 5 Stelle è un movimento politico che guarda alle giovani generazioni con particolare attenzione e che nasce per dare speranza a tutti quei giovani che non si sentono rappresentati da una classe politica vecchia e autoreferenziale. Come ha ben detto, in Europa abbiamo una classe politica dominata da vecchi, ma non dobbiamo arrenderci perché le cose cambieranno. Prendete la mia esperienza ad esempio: non ero un politico professionista, ma sono riuscita a essere eletta al Parlamento europeo grazie all’opportunità che il Movimento mi ha dato. Il Movimento 5 Stelle vuole dare un messaggio di speranza a tutte le giovani generazioni, specialmente a quelle che sono trascurate ed emarginate. La gioventù europea deve essere posta al centro del progetto europeo e contribuire a plasmare il futuro della comunità europea. Credo che questo sarà sempre più possibile anche aumentando le possibilità di utilizzare strumenti digitali di democrazia diretta”.