di Michelangelo Filannino, candidato sindaco di Barletta con il MoVimento 5 Stelle
Sono dirigente scolastico del Liceo Scientifico “Nuzzi” di Andria. Da qualche anno mi sono avvicinato al locale gruppo degli attivisti, collaborando specialmente su tematiche culturali, a cui sono particolarmente incline sia per il mio percorso di studi, sia per passione personale. Barletta ha vissuto un periodo politicamente non facile in questi ultimi anni: divisioni, litigi e lotte per il potere hanno lacerato dall’interno tutti i partiti e, come spesso accade in questi casi, sono i cittadini a farne le spese. Nei consigli comunali a cui ho spesso partecipato, ho assistito per ore a scambi di accuse reciproci anche tra membri della stessa coalizione, cambi di casacca in cui la maggioranza di rinforzava con membri dell’opposizione, ritardi cronici dell’inizio delle sedute commessi da eletti che non hanno rispetto neanche dei propri elettori. Questa consiliatura poi si è contraddistinta in particolare per l’elevato tasso di assenze che spesso ha causato la mancanza del numero legale su importanti provvedimenti attesi da tutta la città, come quelli in materia urbanistica.
Ma è stato l’ambiente il tema sul quale si è giocata una pericolosa partita sulla pelle dei cittadini: non è bastata neanche una proposta di delibera di iniziativa popolare, promossa dalle locali associazioni ambientaliste e sottoscritta da oltre 1200 cittadini, per risvegliare la maggioranza di centrosinistra dal suo torpore istituzionale.
Così come cittadino barlettano, ancor prima che come attivista ed insegnante, insieme ad un gruppo di altri concittadini che in questi anni hanno seguito da vicino tutte le suddette vicende, ho deciso di impegnarmi di persona mettendo a disposizione della città le mie competenze, la mia passione, le mie energie.
Così abbiamo cercato di sintetizzare la nostra idea di città in un’espressione, “luoghi comuni”: questo modo di dire ha comunemente un’accezione negativa poiché con esso si intende un’errata idea che il sentire collettivo ha maturato circa un fatto e/o una situazione.
Noi invece vogliamo ribaltare questa visione, intendendo come “luoghi comuni” gli spazi della nostra città che dovrebbero essere “luoghi condivisi” ma che la mala politica ha lasciato abbandonati nell’oblio e nell’inquinamento. Sono luoghi del cuore che rappresentano la nostra storia, a cui siamo legati da ricordi personali, o perché ci passiamo ogni giorno per andare al lavoro oppure semplicemente perché abitiamo nelle vicinanze. Sono piazze, spiagge, parchi e strade, luoghi quotidiani che ognuno ha un motivo diverso di considerare speciali.
Ed allora, in quanto cittadini, vogliamo riappropriarci della nostra città a partire proprio da questi luoghi simbolo, vogliamo strapparli all’incuria e farli nuovamente pulsare di vita. La litoranea di Ponente con il suo enorme potenziale inespresso. Il cimitero monumentale, in cui vive ancora la nostra storia e i figli di Barletta che hanno reso grande la nostra città. I nostri ulivi sacrificati in nome del profitto.
La Cantina della Disfida, come simbolo di una manifestazione che in questi anni non è riuscita a rappresentare quell’attrattore turistico e culturale che può risultare determinante per lo sviluppo turistico dell’intera provincia.
E poi l’aria, il mare, le nostre campagne, il borgo di Moltaltino: sono anch’essi luoghi comuni che certi politici hanno trattato come proprietà privata e che devono tornare a disposizione di tutta la città.
Noi possiamo farcela perché, una volta eletti, non avremo le mani legate da promesse elettorali e da accordi assoggettati al mantenimento degli equilibri di coalizione: non lo faranno i partiti che, anche se mascherati da liste civiche, celano le stesse persone che in questi anni si sono dimostrate incapaci ed inadeguate ad interpretare la voglia di cambiamento della città.
Noi ci riusciremo: metteteci alla prova!