di Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico
Oggi ho incontrato i rappresentanti di alcune aziende digitali che si occupano della consegna di cibo nelle nostre città: Foodora, Uber Eats, Just Eat, Deliveroo, Glovo, Domino’s Pizza, Mooveda e Social Food. Lo scopo di questo incontro è arrivare a un tavolo dove ci siano loro e i riders (i fattorini che a bordo delle loro bici consegnano pasti nelle nostre città) per favorire i lavoratori e anche lo sviluppo di queste realtà.
Sono contento perché tutti si sono dimostrati assolutamente disponibili al confronto. Ho spiegato loro che il mio obbiettivo come ministro è quello di garantire tutele e diritti ai nuovi lavoratori digitali della “gig economy”, di cui i riders sono una piccola, ma significativa parte. Questo per me è il primo passo in questa direzione. Pensate che i lavoratori interessati in Italia sono milioni. Secondo una recente ricerca l’Italia è il Paese in Europa con la maggiore percentuale di “gig workers“. Oltre due milioni sono quelli che tramite questi lavori ricevono almeno il 50% del proprio reddito, ma se consideriamo quelli che ricevono una parte minore del reddito arriviamo a 5.310.000 persone interessate. Questi numeri e l’incidenza sul reddito sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. Per questo è necessario intervenire subito e con i lavoratori, con gli imprenditori e con il supporto legislativo del Ministero stiamo cercando di trovare la soluzione migliore e che soddisfi tutti.
Per quanto riguarda i lavoratori ci sono dei punti che devono rimanere fermi:
– Obblighi e responsabilità precise tra le parti
– Requisiti di forma nel contratto per garantire la certezza del diritto
– Previsione di un compenso minimo inderogabile
– Rimborso spese forfettario per manutenzione del supporto tecnologico e meccanico (es. 50 euro al mese)
– Iscrizione obbligatoria Inps e Inail a carico del datore di lavoro
– Ferie, riposo e diritto alla disconnessione
La volontà di intraprendere questo percorso è forte da entrambi le parti. Sono fiducioso che lavorando insieme giungeremo a una soluzione che farà da apripista in Italia e nel mondo per i diritti dei nuovi lavoratori digitali e per la fine del precariato. Andiamo avanti, proseguiamo i lavori, fiduciosi che questo sia il primo passo per risolvere un problema più ampio, quello della dignità legata al lavoro. Viviamo in un paese in cui molti nostri giovani hanno rinunciato ad avere uno stipendio pur di lavorare. Finora, chi è venuto prima di noi, ha preferito girare la testa dall’altra parte, noi non lo faremo mai. Io non lo farò mai.