di Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico
Ieri è stata una giornata importante. Una giornata trascorsa per sostenere i nostri candidati sindaco, a cui va il mio in bocca al lupo. Siate il cambiamento che avete raccontato di volere! I nostri candidati sindaco che si apprestano alla tornata elettorale di domani, 10 giugno, saranno gli amministratori di Comuni che avranno tanto da fare. I cittadini decideranno se eleggerli, se mandarli al ballottaggio. Quello che posso dire io è che avranno tanto lavoro da fare queste persone: metteranno mano ai bilanci dei loro comuni, tagliando quello che non serve per reinvestirlo dove serve: per i servizi sociali, per mettere a posto le strade, per le scuole dei nostri bambini, per il trasporto pubblico locale e per tanti altri servizi emarginati o azzerati dalle recenti politiche pubbliche. Questo non possiamo più permetterlo.
Questa volta i nostri sindaci avranno un governo nazionale dalla loro parte che li potrà aiutare a risolvere i problemi complessi. Come le crisi aziendali. Ci sono molte crisi aziendali sul territorio. Ci sono vertenze in tutta Italia. Tanta sofferenza, tante persone che rischiano di perdere il posto di lavoro e hanno tanta paura.
C’è un costante senso di precarietà legato a difficoltà aziendali che non sempre sono colpa dell’azienda. Ci sono proprietà che stanno delocalizzando, e quelle vanno fermate. La delocalizzazione, soprattutto se hai preso fondi dallo Stato, non può essere permessa. Ma ci sono anche tante proprietà in crisi perché magari vantano crediti con la PA e lo Stato non li paga.
Ci sono tanti problemi in giro per il Paese. Tante sofferenze da affrontare. E io le affronterò una ad una, senza risparmiarmi. Dobbiamo ripartire dall’umanità, nell’affrontare questi problemi. Dobbiamo stare vicini a chi è più debole: ho fatto una direttiva al Ministero dello Sviluppo Economico che consentirà ai parlamentari del territorio di partecipare ai tavoli di trattativa dove si tratta il futuro delle aziende. Questo prima non ci era permesso.
Da domani mattina, con Sergio Bramini, l’imprenditore che ha perso casa e azienda perché lo Stato non gli ha pagato i lavori svolti, ci metteremo al lavoro per scongiurare che ad altri imprenditori succeda quello che è successo a lui.
Bisogna tener presente che ci sono persone in ballo e non numeri. E questo vale per tutti i dossier, anche per quelli più complicati.