L’intervento di Luigi Di Maio alla Assemblea nazionale di Confartigianato
di Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico
Vengo da una famiglia che ha fatto impresa per trent’anni, piccola impresa, e so che chi è imprenditore in questo Paese nella piccola impresa e anche un dipendente che ci lavora ogni giorno e chi è dipendente si sente anche un po’ imprenditore, altrimenti il miracolo del made in Italy nel mondo non lo avremmo mai fatto, non l’avremmo mai portato ovunque.
Questo valore di mettere insieme chi dà lavoro e chi lavora, all’interno dell’impresa, è un concetto che abbiamo messo insieme con questi due ministeri: quello del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico.
Da una parte, a volte, affronti delle grandi vertenze su dei grandi problemi occupazionali, ma dall’altra puoi produrre quelle norme, quelle politiche per evitare che quelle aziende continuino nelle loro crisi o nelle loro difficoltà.
È il primo punto che porteremo avanti come politica di governo è proprio la fine alla guerra tra poveri, quando si prova a contrapporre il piccolo imprenditore e i suoi dipendenti: queste due persone queste due figure sono quelle che ci hanno fatto grandi nel mondo, che hanno fatto il miracolo dell’export.
Io credo che la piccola impresa italiana abbia il valore di trasmettere un concetto: il profitto non è fine a se stesso, il profitto serve allo sviluppo economico a migliorare la qualità della vita e soprattutto a sviluppare l’economia reale italiana. Certo, il livello di tassazione rispetto ai servizi è veramente ridicolo, e bisogna lavorare in questo senso. A partire dall’idea della Flat Tax che abbiamo messo nel contratto.
C’è un punto fondamentale che dobbiamo cambiare: utilizzare le imprese per fare cassa, questo principio non è più un principio attuale, ma soprattutto è diventato un terrore continuo dei professionisti dei piccoli imprenditori, ma anche dei medi e dei grandi.
È stato introdotto tanto in questi anni: spesometro, redditometro, split payment, studi di settore. E noi siamo impegnati proprio in queste ore a scrivere un primo decreto legge che si chiama decreto dignità che affronta tutti questi temi.
C’è un concetto che ho molto a cuore e faccio questo appello al Parlamento da Ministro: dobbiamo toglierci dalla testa l’illusione che, in questo Paese si possa regolare tutto con le leggi non sono le leggi gli unici strumenti che possono regolare la vita quotidiana delle imprese e dei cittadini, anzi il fatto che si possa pensare sempre ad una nuova legge per ogni problema non ha fatto nient’altro che creare un tale groviglio di leggi per cui ormai ogni cittadino ha sempre paura di dimenticarne una delle centinaia di migliaia che ci sono vigenti e che a volte si contraddicono tra di loro.
Quindi l’appello che faccio ai Parlamentari è: fate poche leggi ma buone e abolite le tante che non servono, lavorate su questo fronte. Ogni volta che si fa una nuova legge, bisogna indicare almeno due o tre leggi inutili da abolire così da tenere sempre il saldo in attivo contro la burocrazia e questo ci può aiutare molto in quello che è un meccanismo che oggi ha portato nell’ultima legislatura una nuova legge ogni due giorni e mezzo.
Le nomine che si andranno a fare nei prossimi giorni, nei prossimi mesi in questi importanti polmoni economici del Paese come cassa depositi e prestiti possono essere un’opportunità di individuare una mission che è quella prima di tutto di lavorare per ridurre e eliminare il debito che lo Stato ha nei confronti delle imprese. Questo debito purtroppo ha portato al fallimento di tante aziende.
Lavoreremo sull’impignorabilità vera della prima casa e anche su un’altra cosa che è lo strumento del DURC su cui dovremo fare un po’ di chiarezza, perché quello strumento oggi entra in questo meccanismo infernale dei debiti-crediti e non permette alle aziende neanche di trovare nuove occasioni con lo Stato per riuscire ad affrontare la mancanza del pagamento.
Noi non dobbiamo combattere il fatto che le aziende siano piccole, noi dobbiamo considerare quelle come la nostra principale risorsa. Io so quali sono le remore che tutti mi dicono sul riservare una buona parte degli appalti pubblici alle piccole imprese, alle medie imprese, le remore sono tutte legate a una serie di normative europee che riguardano i sistemi di concorrenza. Ma sono tutte normative che non hanno mai tenuto presente che cosa fosse l’Italia dal punto di vista produttivo e allora io vi dico questo: ci sono tante battaglie da fare in Europa, ma è chiaro che quella più importante passa per rimettere la piccola impresa col suo modello, quello italiano, al centro di queste normative e quello che sta succedendo sull’immigrazione è solo l’antipasto delle battaglie che faremo per le imprese economiche a livello europeo. Poi è chiaro che dobbiamo proteggere il nostro tessuto produttivo anche da una serie di trattati o di concessioni che si stanno facendo. Oggi abbiamo un paese come gli Stati Uniti che ha parlato e ha affrontato il tema dei dazi, la Cina sta rispondendo con dei contro-dazi e noi siamo qui in mezzo a discutere di come aprire a tutti questi mercati: io sono per il massimo dialogo internazionale, non per l’isolamento dell’Italia, ma pure noi come Italia con un sistema produttivo così particolare dei prodotti così unici non dobbiamo aver paura di affrontare in Unione Europea il tema dei dazi per proteggerci. Questo non vuol dire isolarsi significa cominciare ad aprire i rubinetti con Paesi che ci rispettano economicamente, rispettano le nostre specialità, ma a chiudere i rubinetti con altri paesi che, invece, non rispettano le nostre specialità e rappresentano una minaccia con i loro prodotti a basso costo e a bassa produzione.
Noi siamo impegnati in questi giorni a fare due cose: la Camera è pronta ad abolire i vitalizi agli ex parlamentari e io a fare una legge sulle pensioni d’oro, ovviamente su questo ci sarà chi dirà che stiamo tagliando pochi soldi io non credo che saranno pochi soldi ma soprattutto stiamo dicendo finalmente che uno Stato che in passato ha chiesto sacrifici ai cittadini per finanziare i privilegi tagli ai privilegi per ridare soldi ai cittadini e secondo me questo aiuterà molto di più di tante leggi impositive nello Stato.
Sono d’accordissimo nel modificare il codice degli appalti, nel semplificarlo, ma dobbiamo rivedere anche un’altra cosa e su questo lo dico nel massimo della collaborazione con le associazioni che rappresentano tutto il mondo delle cooperative; dobbiamo fermare una serie di finte cooperative, che negli appalti la fanno sempre da padrone, anche per premiare e per valorizzare tutto il mondo delle cooperative vero che porta avanti e crede nei valori del mondo delle cooperative.
Poi un tema generale del Ministero dello Sviluppo Economico, concepito come Industria 4.0, che poi sono contento sia diventato impresa 4.0 e deve diventare sempre di più impresa 4.0. Su questo io sono a disposizione di tutti per lavorare a eliminare un po’ di burocrazia per l’accesso a questo strumento in modo tale da permetterne una maggiore fruibilità, però dobbiamo dirci pure un’altra cosa che questa impresa 4.0 non può funzionare senza l’apporto di strumenti della nostra istruzione fondamentale, perché io quando incontro tante aziende che hanno i macchinari di impresa 4.0 mi dicono: abbiamo i macchinari ma abbiamo difficoltà a reperire il personale che lavora. Perché è vero che quei macchinari hanno sostituito delle persone che lavoravano ma abbiamo bisogno di altre persone specializzate per maneggiare questo nuovo sistema di tecnologie. Ed è importante, allora, ripartire dagli istituti tecnici che prima funzionavano e oggi sono diventati la Cenerentola dell’istruzione italiana. Spero col Ministro Bussetti di potermi mettere al lavoro su questo il prima possibile.
Un passaggio su un altro tema: le bollette energetiche. Per quanto riguarda le tariffe energetiche siamo in un sistema fuori controllo. Rimetteremo al centro le esigenze delle imprese del cittadino, perché se a volte le nostre imprese non sono competitive uno dei principali problemi è proprio il costo energetico
Infine, un richiamo ai paradisi fiscali. Sappiamo che se in Europa esistono i paradisi fiscali la concorrenza è necessariamente sleale, perché se alcune big company hanno sede in alcuni paesi che sono di fatto dei paradisi fiscali e allora continueremo a dover rispettare la normativa europea, ma allo stesso tempo continueremo ad avere concorrenza sleale su alcuni prodotti. Quindi anche sul tema dei giganti del web mettiamoci al lavoro, con la consapevolezza che quello su cui non siamo d’accordo delle direttive europee dei regolamenti europei ricordiamoci sempre che siamo la seconda forza manifatturiera d’Europa e quindi ci dobbiamo far rispettare se dobbiamo cambiare qualcosa lo cambieremo.
Io non vi assicuro che faremo subito tutto, però sono qui per prendere sicuramente un impegno con voi ogni volta che avrete bisogno in questo governo e nello specifico dei ministeri che rappresento troverete sempre una porta aperta anche per dirmi che non siete, ma io ci sarò sempre per lavorare insieme e trovare la soluzione migliore.