di Alberto Bonisoli, ministro della cultura “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” è il 54esimo sito Unesco italiano. La decisione è stata presa durante i lavori del 42° Comitato del Patrimonio Mondiale che si sta svolgendo a Manama in Bahrein dal 24 giugno al 4 luglio. La candidatura era stata presentata all’UNESCO a gennaio 2017. Sono felice ed emozionato, da cittadino italiano e da Ministro dei beni culturali, del riconoscimento alla concezione umanistica del lavoro propria di Adriano Olivetti, nata e sviluppata dal movimento Comunità e qui pienamente portata a compimento, in cui il benessere economico, sociale e culturale dei collaboratori è considerato parte integrante del processo produttivo. Ivrea rappresenta un esempio distintivo della sperimentazione di idee sociali e architettoniche sui processi industriali e un’esperienza innovativa di produzione industriale di livello mondiale che guarda in special modo al benessere delle comunità locali. Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la città industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo. La maggior parte dello sviluppo di Ivrea avvenne nel periodo degli anni ’30 e ’60 sotto la direzione di Adriano Olivetti, periodo in cui l’azienda Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer. La forma della città e gli edifici urbani di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani di quel periodo. La città è composta da edifici per produzione, amministrazione, servizi sociali e usi residenziali, che riflettono le idee del Movimento Comunità. La città industriale di Ivrea rappresenta quindi un significativo esempio delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, inclusa la transizione dalle industrie meccaniche a quelle digitali. In quest’occasione, in questa giornata importante per Ivrea, permettetemi di dedicare un pensiero speciale a Gianroberto Casaleggio, che iniziò a lavorare proprio alla Olivetti come progettista di software e che da Adriano Olivetti mutuò quei valori fondanti del M5S, primi fra tutti il concetto di comunità, intesa come aggregazione di persone su obiettivi e interessi comuni generata da Internet e la tecnologia quale strumento per affiancare alla democrazia parlamentare la democrazia diretta.