di Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia
La Protezione civile ha smantellato la tendopoli al tribunale di Bari in seguito al decreto emanato dal Governo per sospendere i processi fino al prossimo 30 settembre. Un provvedimento la cui urgenza era dettata proprio dalla inaccettabile situazione in cui si amministrava la giustizia a Bari: dentro delle tende, fra caldo tropicale, zanzare, allagamenti. Un luogo in cui era possibile solo fare delle udienze di rinvio, non celebrare i processi, in cui la scritta “La legge è uguale per tutti” era stampata su un foglio volante attaccato a un banco con del nastro adesivo. Giusto a rappresentare quanto fosse precaria l’amministrazione della giustizia in quel luogo.
Una situazione mortificante per tutti, dagli operatori del mondo giustizia ai cittadini. Abbiamo posto fine a questa situazione, è stato il primo impegno che ho preso da ministro e l’abbiamo portato a termine. Ma, oltre provvedere all’urgenza, siamo a lavoro per dare agli uffici giudiziari di Bari una sede sicura e capace di ospitare tutte le sezioni e i tecnici del Ministero stanno già facendo i sopralluoghi.
Non lasceremo soli i cancellieri alle prese con migliaia di notifiche, stiamo pensando a una task force che renda più agevole e veloce questo compito. E, al contrario di quanto qualcuno sostiene, la Giustizia non si ferma a Bari: tutti i provvedimenti urgenti i processi con detenuti, quelli per mafia e terrorismo, la convalida degli arresti saranno comunque portati avanti.
L’ho già detto in precedenza e lo ribadisco: le polemiche non mi interessano, c’è tanto da lavorare e sono concentrato solo su questo.