di Francesco D’Uva
Le pensioni d’oro saranno tagliate senza pietà, come abbiamo sempre promesso di fare una volta al governo. Lo abbiamo scritto nel Contratto di Governo e abbiamo già depositato alla Camera, prima della pausa estiva, la proposta di legge firmata dal sottoscritto e dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari.
Quella proposta è ora al vaglio degli organi tecnici per i dettagli, ma non potrà essere toccata nella sostanza. È una proposta di puro buon senso che redistribuisce le risorse ai pensionati minimi e sociali risparmiando sulle pensioni oltre i 4.000 euro netti mensili. Naturalmente taglieremo solo la parte eccedente i 4.000 euro che non corrisponde ai contributi effettivamente versati, eliminando l’ennesimo privilegio. Non c’è alcuna volontà punitiva, si va solo a sanare una situazione profondamente iniqua.
Il tetto dei 4.000 euro è la pietra angolare del testo di legge perché consente risparmi considerevoli per sostenere le pensioni più basse. Non ci si venga a dire che chi percepisce delle pensioni principesche andrà in difficoltà se gli si porta l’assegno previdenziale, male che gli vada, intorno ai 4.000 euro. Non c’è alcuna necessità di rivedere quel tetto al rialzo e non sarebbe giusto nei confronti di chi percepisce oltre 10 volte meno, intorno ai 400 euro mensili, spesso faticando ad arrivare a fine mese.
Nel Paese c’è una grande domanda di giustizia sociale dopo anni di sacrifici a senso unico. La risposta della maggioranza sarà all’altezza di quanto abbiamo promesso in campagna elettorale. Una risposta senza se e senza ma. Una risposta netta e chiara. L’era delle pensioni d’oro volge finalmente al termine.