di Elisabetta Trenta, Ministro della Difesa
Oggi a Vienna, al vertice informale dei ministri della Difesa Ue, porterò a nome del governo italiano una proposta di modifica delle regole della missione Sophia che riguarda il porto di sbarco.
Come sapete, chi ci ha preceduto aveva fatto in modo che tutti i migranti soccorsi dalle navi Ue nel Mediterraneo venissero portati in Italia. Un principio che noi consideriamo inaccettabile e che vogliamo rivedere, responsabilizzando anche gli altri Paesi rivieraschi.
Come? Attraverso l’introduzione di un meccanismo di rotazione dei porti, perché non può essere più solo il nostro Paese a farsi carico di un’emergenza che chiama in causa tutta l’Unione Europea.
E istituendo un’Unità di coordinamento assimilata a Frontex, che si occuperà proprio di assegnare il porto al Paese competente ogni qualvolta una nave della missione Sophia presterà soccorso in mare.
Abbiamo le idee chiare e le stiamo portando sui tavoli europei. Ora la palla passerà all’Ue: accettando la nostra proposta avrà l’occasione di mostrarsi una vera comunità, di valori e di intenti; rifiutandola, negherà i suoi stessi principi fondamentali.