di Giacomo Giannarelli, MoVimento 5 Stelle Toscana
Tariffe tra le più care d’Italia, servizio pessimo: la gestione dei rifiuti a Siena, Arezzo e Grosseto è un disastro. La società che si occupa di raccolta e smaltimento in queste tre province, Sei Toscana, ha 1.000 addetti, di cui 450 interinali. Opera in regime di monopolio, con un (discusso) appalto da 3,5 miliardi di euro fino al 2034 e nonostante faccia ricadere tutti i costi in bolletta ha accumulato un rosso di bilancio di 4,5 milioni di euro. Senza considerare la politica contrattuale messa in piedi dal gestore fatta di blocchi, licenziamenti e concrete possibilità per i lavoratori di dover subire variazioni di stipendio al ribasso: il contrario di quanto previsto dal Decreto Dignità.
Ci domandiamo come sia possibile tutto questo. E vorremmo che i vertici della società spiegassero tale disastro ai cittadini.
Noi, sino a oggi, abbiamo sempre trovato un muro di silenzio e un groviglio armonioso molto simile a quello conosciuto per lo scandalo Mps, dove i politici di diversi colori tentano la scalata al business dei rifiuti.
In compenso l’Ad di Sei, Marco Mairaghi, ha trovato il tempo per annunciare la virata verso i cassonetti stradali cosiddetti intelligenti’, a discapito di un serio investimento sulla raccolta porta a porta con tariffa puntuale. Un madornale errore, ma soprattutto un’ingerenza in quelle che sono decisioni appannaggio delle istituzioni e degli organi preposti. Sindaci troppo silenti, così come l’Ato che non ha rivendicato il proprio ruolo di ente regolatore e controllore del servizio.
La soluzione al caos rifiuti c’è. E il Movimento 5 stelle lo dice da anni: occorre dar vita a un nuovo piano regionale che superi gli interessi dei proprietari d’inceneritori e discariche, attribuendo ai Comuni solo le funzioni di raccolta e spazzamento con un controllo diretto dei cittadini.