Nel decreto Milleproroghe, grazie al Movimento 5 Stelle ci sono importanti novità per tutti i comuni italiani: grazie a due emendamenti si allevia la morsa dell’austerità e si permette di investire le risorse economiche sui territori. Andiamo a comprendere nello specifico di cosa si tratta. Nel primo emendamento finalmente i comuni tornano ad investire nei propri territori grazie ad un miliardo di euro che può essere immediatamente speso in un arco di quattro anni e che rappresenta un grande respiro, dopo anni di austerità e di sacrifici pagati dai cittadini sulla propria pelle, con il taglio dei servizi essenziali. Investimenti che non saranno il frutto di decisioni calate dall’alto ma investimenti in opere e servizi degli amministratori locali per i loro cittadini. Con il Governo del cambiamento finalmente si torna a dialogare e a decidere insieme, dove e come investire nelle comunità locali, restituendo alle singole amministrazioni autonomia nelle loro scelte. Si liberano e creano fondi da impiegare nei territori. Risorse concrete che servono da subito per migliorare la qualità della vita. Con la legge di bilancio del 2017 il governo Renzi-Gentiloni aveva previsto investimenti per 45 miliardi di euro dal 2018 fino al 2032. La logica non era quella di investire coinvolgendo i territori ma accentrando e portando avanti le decisioni prese da pochi. Questo accadeva perché si è intervenuti con investimenti in settori di competenza delle Regioni senza richiedere i pareri nella apposita conferenza Stato-regioni. Con il nostro emendamento, anche a seguito della sentenza n.74/2018 della Corte Costituzionale (che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge nella parte in cui non prevede un’intesa con gli enti territoriali in relazione ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri riguardanti settori di spesa rientranti nelle materie di competenza regionale), si dà il via libera a questi interventi previa la costituzione di un fondo da destinarsi proprio a favore di regioni, province, città metropolitane e comuni. Nel secondo emendamento, gli enti locali in difficoltà finanziarie avranno più tempo per definire un piano di riequilibrio pluriennale che ne eviti l’ingresso nella spirale nefasta rappresentata dalla procedura di dissesto. L’emendamento risponde ad un’esigenza diffusa e manifestata in questi anni da tanti amministratori locali, soprattutto tante amministrazioni comunali del Mezzogiorno d’Italia che, in questo frangente storico di crisi economica e taglio dei trasferimenti centrali, vedono messa a rischio la propria capacità di erogare servizi o che sono costretti ad alzare bandiera bianca e dichiarare aperta la procedura di dissesto finanziario. Il dissesto finanziario determina l’automatico aumento delle imposte locali, scarica i costi della cattiva gestione passata su famiglie ed imprese, ed inoltre deprime l’economia dei Comuni in difficoltà. Ora sarà compito dei sindaci dei Comuni che si trovano in una situazione di pre-dissesto saper cogliere questa opportunità e varare piani di riequilibrio sostenibili nel lungo periodo. Un risultato importante che il Movimento 5 Stelle è orgoglioso di rivendicare Una grande vittoria per le autonomie locali. Un risultato che permette interventi necessari al territorio e a favore dei cittadini che per troppi anni sono stati abbandonati e tartassati. Ora si cambia.