di MoVimento 5 Stelle
In questi giorni sta montando l’ennesima polemica sulla chiusura domenicale dei negozi. Facciamo un po’ di chiarezza. Fare la spesa la domenica è una comodità per molte famiglie. Allo stesso tempo, vogliamo evitare che chi lavora nel commercio sia obbligato a lavorare ogni domenica e ogni festività, distruggendo la propria vita famigliare e sociale. Ci sembra una questione di buon senso e di qualità della vita, per tutti. Come scriveva Gianroberto Casaleggio: Il tempo è la nostra unica ricchezza.
Le liberalizzazioni degli orari dei negozi sono iniziate con il Governo Monti nel 2011, e sono state votate da PD e Forza Italia. In questo modo i piccoli commercianti sono stati schiacciati dalla grande distribuzione e dai grandi marchi che possono permettersi di tenere aperto ogni domenica e anche ogni giorno festivo. La nostra proposta per le chiusure domenicali vuole restituire serenità alle famiglie ed evitare che i negozi siano costretti a mettersi in concorrenza sleale fra loro, introducendo invece un meccanismo di turnazione che permetta di garantire i servizi ai consumatori. Chi sostiene che i posti di lavoro siano in pericolo con l’introduzione di questa proposta di civiltà dovrebbe dare uno sguardo ai dati che fornisce Confesercenti sugli effetti della liberalizzazione degli orari introdotta da Monti. Dal 2012 gli occupati del commercio sono diminuiti di 29.724 unità e le chiusure dei negozi hanno superato le aperture per circa 108 mila unità: una vera e propria moria di negozi.
In Parlamento sono incardinate tre proposte di legge per cancellare la legge Monti: una del Movimento 5 Stelle, una della Lega ed una del Pd (sì, proprio loro che adesso ci attaccano). La nostra proposta garantisce che ci sia sempre un posto aperto per far la spesa in caso di reali necessità: ogni negozio potrà aprire 12 domeniche o giorni festivi l’anno, in base alle esigenze specifiche del suo territorio e in accordo con gli enti locali. I cittadini troveranno sempre, ogni domenica e ogni giorno festivo, un quarto dei negozi aperti per ogni settore merceologico. E troveranno sempre bar e ristoranti aperti, perché la nostra proposta non si applica a chi somministra cibo e bevande. Inoltre, sono escluse da questa proposta le località a interesse turistico.
Le lobby delle multinazionali e relative catene dei centri commerciali, che invadono di pubblicità i mezzi d’informazione, di fronte alla proposta dal Movimento 5 Stelle e della maggioranza stanno lanciando campagne allarmistiche secondo le quali noi vorremmo chiudere tutti i negozi tutte le domeniche, prospettando fantomatici cali dei consumi’ e posti di lavoro persi’, e richiamandosi, falsamente, ad un Europa’ che non esiste.
In tutti i principali paesi dell’Unione Europea non è in vigore il sistema di liberalizzazioni selvagge messo in campo da Monti. Ecco la situazione:
Austria: la domenica e nei festivi i negozi sono chiusi.
Belgio: la domenica e nei festivi gli esercizi commerciali sono chiusi con la possibilità di scegliere la chiusura infrasettimanale. Sono previste aperture straordinarie solo nelle zone turistiche.
Francia: tutti i negozi sono chiusi, ad accezione di quelli alimentari aperti fino alle 13. Previste estensioni in alcune zone turistiche.
Germania: tutti i negozi (ad esclusione di quelli nelle stazioni, aeroporti e in luoghi turistici) sono chiusi la domenica e nei giorni festivi. Ogni Land può scegliere 6 domeniche l’anno in cui tenere aperto.
Paesi Bassi: tutti gli esercizi commerciali sono chiusi la domenica e nei festivi con possibilità di deroga delle autorità locali in zone turistiche.
Spagna: la chiusura domenicale e nei festivi è regolamentata in maniera autonoma dalle Regioni. A titolo esemplificativo: nei Paesi Baschi i negozi sono sempre chiusi la domenica, mentre sono sempre aperti a Madrid ad esclusione di Capodanno, Natale, Epifania e 1 Maggio. A Barcellona invece i negozi possono tenere aperto solo 10 domeniche l’anno, più 5 nella zona turistica. Sono escluse dai vincoli 14 zone di grande affluenza turistica’.
Anche nella nostra proposta vogliamo valorizzare le specifiche esigenze di ogni territorio del nostro Paese: è evidente che nelle diverse regioni italiane ci sono esigenze di aperture domenicali e festive diverse, in base ai flussi turistici. Quello che non cambia è il diritto dei lavoratori dei negozi di riposarsi la domenica e di stare con la propria famiglia e di tutti gli altri cittadini di trovare sempre un negozio aperto. E la nostra proposta tutela entrambi i diritti, con buona pace delle fake news.