di MoVimento 5 Stelle
Ogni mattina, quando ti svegli, apri il giornale e puoi star certo di leggere gli attacchi di Pierre Moscovici al governo italiano. Stiamo parlando del Commissario per gli Affari economici e finanziari dell’Unione Europea, che dal 2012 al 2014 ha ricoperto anche il ruolo di Ministro delle Finanze del governo francese.
Nei tre anni in cui era Ministro, Moscovici ha sempre sforato il tetto europeo del 3%, collezionando rispettivamente il 5%, il 4,1% e il 3,9% di deficit pubblico in rapporto al Pil. Moscovici è stato a tutti gli effetti il “Ministro del deficit”, e ora che siede a Bruxelles lancia avvertimenti minacciosi verso l’Italia che da anni rispetta religiosamente quel parametro molto discutibile. Come si permette, ma soprattutto con che faccia ha il coraggio di attaccarci?
La Francia di Macron nel 2019 aumenterà di nuovo il deficit dal 2,6 al 2,8%, riavvicinandosi a quel 3% che ha sforato costantemente negli ultimi 10 anni. Luigi Di Maio ha giustamente rivendicato la possibilità per l’Italia di fare altrettanto, perché siamo un Paese sovrano e dobbiamo costruire la manovra non sui parametri ma sulle esigenze materiali dei cittadini. Reddito di cittadinanza, riduzione della pressione fiscale a carico delle imprese e superamento della Fornero non sono capricci, ma il programma con il quale le due forze politiche oggi al governo sono state votate da 17 milioni di italiani. Vanno realizzati, con o senza l’assenso di un burocrate europeo che rappresenta di fatto ancora gli interessi francesi.
Stamattina su La Stampa Moscovici ha dato il peggio di sé, sostenendo che l’Italia non si può permettere il deficit francese, perché ciò che conta non è il deficit nominale ma quello strutturale, vale a dire il deficit calcolato in rapporto al Pil potenziale. Anche accettando questa obiezione, che non tiene conto del metodo assurdo con il quale la Commissione calcola il nostro Pil potenziale, Moscovici dimentica la cosa più importante: la Francia ha un deficit strutturale molto più alto di quello italiano!
La Francia nel 2017 ha raggiunto un deficit strutturale del 2,1%, contro l’1,7% italiano. Negli ultimi anni il gap è stato ancora più alto: nel 2010 la Francia pompava deficit nell’economia per rispondere alla crisi, e il deficit strutturale si attestò addirittura al 5% del Pil contro il 3,3% italiano. Ancora nel 2014 la Francia era sopra il 3%, mentre l’Italia lo riduceva fino allo 0,6% del 2015. L’anno prossimo il Presidente Macron espanderà il deficit strutturale dell’1%, passando dal 2,1% di quest’anno al 3,1%. E nello stesso momento Moscovici minaccia sfracelli se noi aumenteremo il medesimo parametro anche solo dello 0,1? È inaccettabile.
Conosciamo già la solita replica di Moscovici: il debito pubblico italiano è troppo alto! Ebbene, anche qui i burocrati europei non raccontano tutta la verità. Il rapporto debito/Pil dell’Italia era al 99,8% nel 2007. Sono proprio le politiche di austerità applicate indiscriminatamente negli ultimi 10 anni che hanno fatto esplodere il debito fino al 131,8% del Pil. Bisogna cambiare urgentemente politiche per tornare ad una crescita dignitosa e abbattere disoccupazione e povertà. Non sarà certo seguendo le ricette dell’euroburocrate Moscovici che ci riusciremo, forse però seguendo quelle del Moscovici in salsa francese le cose cambieranno davvero.