di MoVimento 5 Stelle
Ora che la Manovra del Popolo sta diventando realtà il Pd ha deciso di riciclarsi come Partito dello Spread. Le dichiarazioni a caldo dei vari Renzi, Gentiloni e Martina hanno il solo scopo di aizzare i mercati, nella vana speranza che la prossima Legge di Bilancio sia respinta dalla finanza speculativa.
Per questi cinici nemici del popolo l’anticamera della catastrofe sarebbe un deficit al 2,4% del Pil. Peccato che proprio il Pd abbia collezionato deficit anche superiori quando era al governo: 3% nel 2014 (manovra Letta), 2,6% nel 2015 (prima manovra Renzi), 2,5% nel 2016 (seconda manovra Renzi), 2,4% nel 2017 (terza manovra Renzi). Per il 2018 Gentiloni aveva promesso di scendere abbondantemente sotto il 2%, ma il deficit potrebbe essere di nuovo superiore a causa della minor crescita. Già, perché il punto è proprio questo: il Pd ha utilizzato il deficit nel peggior modo possibile, l’Italia non è riuscita ad agganciare la ripresa internazionale e si è confermata fanalino di coda in Europa. La catastrofe per cui tifano i dirigenti del Partito Democratico è già avvenuta, ma quando erano loro al governo: esplosione della povertà, disoccupazione di massa e ulteriore calo degli investimenti produttivi.
Ci immaginiamo lo sconcerto in casa Pd ieri, quando lo spread invece di sfondare quota 300 si è attestato sui valori di due settimane fa. D’altra parte qualche oscillazione sui mercati in questa fase è fisiologica ed il motivo è molto semplice: c’è chi fa di tutto per spaventare gli investitori, per alimentare lo scontro tra il governo e l’Unione Europea, per far credere che MoVimento 5 Stelle e Lega vogliano uscire dall’euro. Ma passeranno pochi giorni e i mercati capiranno che la Manovra del Popolo è la premessa di una maggiore crescita e di una conseguente riduzione del rapporto debito/Pil. Gli investitori possono essere istintivi quando cambiano gli equilibri politici, ma sono pronti a riconoscere le opportunità di investimento che si stanno aprendo in Italia proprio grazie alla nostra manovra coraggiosa.
Abbiamo programmato un deficit del 2,4% per i prossimi tre anni, lanciando un messaggio di stabilità e coerenza nella politica economica che presto i mercati coglieranno.
Il deficit ci consentirà di agire su tre fronti: il primo è quello della giustizia sociale, con il reddito di cittadinanza e il superamento della Fornero che daranno impulso ai consumi. Il secondo è quello delle tasse, visto che andremo a ridurle per professionisti ed imprese stimolando investimenti privati e occupazione. Il terzo è quello degli investimenti: riattiveremo quelli già previsti ma ancora non realizzati a causa del pessimo codice degli appalti in essere, che andremo a modificare, e lanceremo un grande piano di investimenti diffusi sul territorio, che riguarderà sia le infrastrutture materiali che quelle immateriali.
Agli avvoltoi lo diciamo forte e chiaro: non siamo ricattabili. Già un governo in Italia è caduto sotto i colpi dello spread, e fu quello l’inizio della fine per lavoratori, piccole-medie imprese e risparmiatori. Iniziò l’era dell’austerità e dei sacrifici, con il Pd che sostenne in Parlamento Monti mentre infliggeva agli italiani tagli lineari ai servizi pubblici, riforma Fornero sulle pensioni e nuove tasse su famiglie e imprese.
Con il governo del cambiamento si volta pagina: il deficit è messo al servizio dei cittadini e delle imprese. Solo così potrà dare forza a quella crescita stabile che i mercati chiedono da troppo tempo, fino ad oggi inascoltati.