L’Europa alla vigilia della svolta

L’intervista di Luigi Di Maio a El Mundo, tradotta in italiano

A febbraio, dichiarò “L’Unione europea è la nostra casa”, continua ancora a pensarlo, o dopo la vicenda della nave Diciotti ha cambiato parere sull’organizzazione?
“Continuo a pensare che l’Europa sia la nostra casa, ma che l’Unione Europea abbia bisogno di una riforma profonda. Non vedo nemmeno lontanamente la possibilità che l’Italia esca dall’UE, ma ci sono una serie di problemi che prima o poi dovranno essere risolti: manca una vera solidarietà tra gli Stati membri, sia dal punto di vista sociale sia da quello economico. Che senso ha un’Unione in cui è solo un Paese ad assumersi il peso del problema dell’immigrazione? Perché nell’Unione esistono ancora paradisi fiscali di fatto che distruggono la concorrenza? Perché, essendo un’unione anche economica, non è stata fatta ancora una vera condivisione del debito e del rischio? L’impressione, dimostrata empiricamente anche da molti analisti, è che si sia costruita una casa partendo dal tetto, trascurando le fondamenta. Ma non è troppo tardi, si può certamente rimediare. Serve uno sforzo politico maggiore e una svolta che avverrà con le prossime elezioni politiche europee”.

Don Ivan Maffeis dichiarò in una intervista con EL MUNDO che l’Europa era sorda e miope davanti alla necessità di aiutare l’Italia con il problema dell’immigrazione. Condivide la sua idea?
“L’Europa è a una svolta decisiva sul tema dell’immigrazione, così come su altri temi come quelli economici. L’Unione Europea deve dimostrare di essere una vera unione come originariamente era stata pensata dai padri fondatori. Quindi, gli egoismi dei vari Stati membri dovrebbero essere messi da parte, almeno in presenza di fenomeni incontrollabili che riguardano tutto il Continente, non solo il Paese di primo approdo. In materia economica non possiamo permetterci di avere un’altra situazione come quella verificatasi in Grecia. Dobbiamo risolvere collettivamente gli aspetti più urgenti: essere europeisti oggi vuol dire riconoscere che l’Unione ha dei problemi. Essere anti-europisti, invece, significa voler andare avanti senza cambiare nulla”.

Cosa pensa del fatto che il Presidente spagnolo accettò l’Aquarius quando Salvini lo aveva appena rifiutato
?
“Penso che abbia fatto bene il Presidente spagnolo ad accettare l’Aquarius così come ha agito bene l’Italia a livello di Governo. Partiamo da due posizioni diverse: l’Italia si è fatta carico del problema per anni ed anni, ogni estate sono sbarcate sulle nostre coste migliaia di persone. Il sistema era alimentato da scafisti ed ONG che operavano indisturbate a ridosso delle coste africane e che portavano le persone solo in Italia. Un’azione, quest’ultima, che unita al regolamento di Dublino ha portato il nostro sistema di accoglienza al collasso. Questi sono i fatti che mi sono stati confermati anche dall’incontro che ho avuto circa un anno fa con il direttore di Frontex a Bruxelles”.

Cosa pensa della politica economica di Pedro Sanchez?
“Ogni volta che parlo di un politico straniero vengo frainteso, sia che ne parli bene sia che ne parli meno bene. Il gioco è spingere il MoVimento 5 Stelle, nel trucco dei media, ad allearsi in un gruppo politico europeo piuttosto che in un altro al cambio della prossima legislatura comunitaria”.

I critici sostengono che la sua mancanza di esperienza professionale si rivela l’ostacolo principale per esercitare il ruolo di Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro. Come si difende davanti a questi giudizi?
“In tre mesi abbiamo risolto la crisi della più grande acciaieria d’Europa – l’ILVA di Taranto -, tutelando occupazione e ambiente. Abbiamo raggiunto il miglior accordo possibile ereditando dal passato le macerie: un risultato che i miei predecessori non hanno ottenuto in sei anni. Quello che lei mi pone è un discorso a cui i media sono affezionati. Nel mio caso le formule retoriche che vengono utilizzate sono due: la fortuna del principiante o, viceversa, l’inesperienza del giovane. Sono cliché che esistono in maniera più o meno accentuata in tutta Europa, di cui i ragazzi della mia generazione e della prossima dovranno disfarsi velocemente. Saranno i cittadini a giudicare non solo me, ma anche questo Governo a fine legislatura. Da parte mia c’è la piena volontà di realizzare i punti contenuti nel contratto di governo”.

Quale sono le priorità per la manovra economica?
“I temi fondamentali sono certamente il reddito di cittadinanza, che è già presente in varie forme in Europa, la flat tax e il superamento della legge Fornero, che in Italia ha generato tanta sofferenza. Sarà una manovra realizzata per il benessere del Paese, dalla parte dei cittadini e non contro di loro come spesso è successo in passato per i Paesi del Sud Europa”.

Gli italiani potranno contare sull’introduzione del reddito di cittadinanza?
“Il reddito di cittadinanza sarà uno dei pilastri della manovra economica ed è uno dei cuori della nostra proposta politica. Ci sarà senz’altro come già esiste in varie forme quasi in tutta Europa. In Italia abbiamo 5 milioni di persone in povertà assoluta che hanno bisogno di risposte. Riformeremo i centri per l’impiego e accompagneremo le persone che sono rimaste fuori dal mondo del lavoro in un percorso di formazione e ricerca. Nel corso di questo periodo garantiremo un reddito che dia dignità alle persone e le porti fuori dalla soglia di povertà relativa. Alla terza proposta di lavoro rifiutata viene perso il reddito”.

Dove prenderà i soldi lo Stato per realizzare questa operazione?
“Non bisogna sottovalutare l’Italia, siamo un grande Paese con incredibili potenzialità inespresse. È chiaro che non si può avere un atteggiamento economico depressivo, né qui, né nel Sud Europa, né in Unione Europea. Dopo un decennio di miope austerità, che i fatti dimostrano non aver portato risultati, è arrivato il momento di avere politiche espansive. Certo, non dobbiamo distruggere i conti pubblici, ma nemmeno attaccarci ai cosiddetti “zero virgola” che imprigionano le economie e lo sviluppo. Di certo ci sarà il massimo impegno, da parte nostra, a realizzare tutte le azioni davvero necessarie per migliorare la qualità delle istituzioni e dei bilanci nazionali nonché la cooperazione a livello europeo in materia di lotta all’elusione e alla criminalità finanziaria”.

Che trattative ci saranno con l’Unione Europea per ciò che concerne i futuri investimenti del paese?
“C’è piena armonia con il nostro Ministro dell’Economia sui prossimi passi da fare. Non c’è alcuna volontà di uno scontro con l’UE e non c’è l’intenzione di distruggere i conti pubblici, ci tengo a ribadirlo. L’Italia si impegnerà a fare tutto quello che non è stato fatto per decenni, prendiamo come esempio la proposta di legge contro la corruzione recentemente presentata dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Quella è una manovra economica nascosta, visto che il sistema Italia perde miliardi di euro ogni anno a causa della corruzione. Una manovra che ha già ricevuto il plauso da Strasburgo”.

Ha dichiarato che la flat tax deve aiutare i più deboli. Come riuscirà a farlo se obbliga tutti i cittadini a pagare la stessa aliquota?
“La situazione italiana sulla tassazione è talmente complicata che già una parziale semplificazione ridurrebbe tempi e quindi costi per i cittadini. La flat tax non sarà così rigida, non ci sarà una sola aliquota ma almeno tre. Inoltre, chi prima pagava meno rispetto al nuovo sistema di tassazione continuerà a farlo. Ma – specialmente per i piccoli e medi imprenditori – non possiamo più pensare che lo Stato, su 12 mesi di lavoro, se ne prenda 6 o addirittura 7 in tasse”.

L’indice dello spread è molto alto rispetto alle linee standard. La preoccupa questa situazione?
“Lo spread sta già scendendo rapidamente, è normale che i mercati e gli investitori ci stiano studiando. Si stanno già ricredendo, a loro voglio dire che non hanno nulla da temere e che certamente l’Italia è oggi un Paese stabile e sicuro con un immenso patrimonio pubblico e privato”.

Che trattative sono in corso per abbassare tale valore?
“La nostra volontà è quella di non andare in rotta con l’UE, rispettare gli impegni e non distruggere i conti pubblici. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rendere l’Italia ancora più attrattiva e per semplificare la vita a cittadini e imprenditori. Eliminando al contempo inutili sprechi che per anni si sono accumulati, come quelli concessi ai politici italiani. Sono piccoli passi che messi assieme ci porteranno molto lontano. Solo dal taglio degli stipendi dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, dalla scorsa legislatura, abbiamo restituito circa 40 milioni di Euro destinandoli a un fondo per lo sviluppo delle PMI. Questi non solo sono fatti concreti, ma rappresentano un atteggiamento applicabile a livello nazionale per tagliare ciò che non serve in maniera intelligente. Non certo massacrando i cittadini. La politica deve dare il buon esempio e noi stiamo dimostrando che se c’è la volontà tutto è possibile. Stiamo realizzando i punti che sono contenuti nel contratto di Governo. Questa sembra a molti una cosa eccezionale, invece dovrebbe essere la normalità. Il problema è che i cittadini sono stati abituati a politici che promettevano in campagna elettorale e poi, una volta al Governo, si arroccavano nei Palazzi perdendo il contatto con la realtà. Questi metodi non ci appartengono. Siamo un’altra cosa e gli elettori lo hanno capito. Sa da cosa me ne accorgo? Dal fatto che, quando sono in giro nei territori, le piazze sono piene. Manterremo sempre un rapporto sincero con i nostri elettori e con tutti i cittadini”.