fonte: Daniele Martini su Il Fatto Quotidiano
I conti non tornano e ballano dai 7 ai 13 milioni di euro per l’Air Force di Renzi, l’ormai famoso Airbus A 340/500 che l’ex presidente del Consiglio volle a tutti i costi nel marzo di due anni fa, costringendo l’Italia a spendere la bellezza di oltre 160 milioni di euro di cui circa la metà solo per il leasing (affitto). Una cifra stratosferica, 16 volte superiore al prezzo (5 milioni di euro circa) contrattato qualche settimana fa per la vendita (non l’affitto) di un aereo di quel tipo da parte della stessa società che aveva fornito il jet di Renzi, cioè Etihad, la compagnia del’Emiro di Abu Dhabi già socia di Alitalia. Il contratto capestro per l’Italia è stato annullato con un risparmio di oltre 100 milioni di euro grazie a una trattativa serrata condotta da Gaetano Intrieri, uno degli esperti che stanno collaborando con il ministero dei Trasporti Danilo Toninelli. Nel frattempo il quotidiano La Verità ha raccontato che Intrieri fu condannato per una vicenda di 15 anni fa che riguardava la compagnia aerea Gandalf di cui era amministratore e di cui lo stesso tecnico del ministero parla nell’intervista sotto.
L’ultima rata di 841 mila euro mensili per l’Air Force Renzi è stata pagata dallo Stato italiano due mesi fa e ora si scopre l’ennesimo inghippo e cioè che dei 50 milioni sborsati, rata dopo rata, a Etihad ne sono arrivati solo 37. In base al contratto una parte di quella rata, 70 mila euro al mese, in totale 6 milioni, probabilmente è finita ad Alitalia che sulla carta avrebbe dovuto effettuare la manutenzione straordinaria e ordinaria del jet. Al riguardo la compagnia non conferma e non smentisce. I tecnici del ministero sostengono però che Alitalia tutt’al più può aver fornito la manutenzione leggera e di base per l’aereo di Renzi perché per quella pesante e straordinaria non avrebbe la capability, cioè le certificazioni tecniche e il personale qualificato necessari. I tecnici si stanno chiedendo quindi a che titolo Alitalia possa aver riscosso la sua quota. La compagnia ha in flotta numerosi Airbus, ma nessuno uguale a quello preteso da Renzi.
Secondo quanto riferito nel corso degli incontri al ministero dei Trasporti, Etihad due anni fa avrebbe offerto in affitto all’Italia un altro tipo di Airbus, un normale A330, ottenendo però un rifiuto dalla Presidenza del Consiglio, a cui dovettero uniformarsi gli ufficiali della Difesa che conclusero la trattativa, i generali Francesco Langella e Carlo Magrassi, capo della Direzione armamenti il primo (ora in pensione) e segretario generale della Difesa il secondo. L’Airbus di Renzi fu in seguito inserito nella flotta di Stato composta da una decina di velivoli usata per i viaggi del presidente della Repubblica e dei membri del governo
Ma anche tenuto conto della parte andata ad Alitalia, mancano all’appello 7 milioni di euro. Dove sono finiti? Per risolvere l’enigma Toninelli ha segnalato la faccenda alla Corte dei conti che a sua volta ha attivato la Guardia di Finanza che ora sta indagando sullo strano affare. Nel corso degli incontri al ministero dei Trasporti per l’Airbus è emersa un’altra incongruenza: perché Alitalia è stata tirata dentro a un affare che avrebbe dovuto riguardare solo il Segretariato generale della Difesa e il fornitore del velivolo, la compagnia emiratina Etihad? Alitalia ha preso in affitto da Etihad l’aereo destinato a Renzi, che a sua volta la società araba aveva preso in affitto sul mercato. Alitalia ha poi fornito l’Airbus alla Difesa italiana ed è quindi entrata nel contratto con una funzione di intermediazione e il ruolo di lessor, per il quale occorrono autorizzazioni particolari che la compagnia di Fiumicino non ha.
A quel punto Etihad ha dovuto chiudere il contratto con il suo lessor, ha dovuto comprare l’aereo per poi riaffittarlo e a questo scopo ha chiesto e ottenuto dallo Stato italiano il pagamento di una prima rata di 25 milioni di dollari. Secondo i tecnici del ministero l’inserimento di Alitalia in qualità di lessor è un’anomalia tale che sommata alle altre rende nullo il contratto per l’Airbus.