di Paola Taverna
Oggi Repubblica dedica un articolo a mia mamma. Mia mamma è una donna di ottant’anni, è una donna che percepisce una pensione minima ed è una donna che vive in una casa popolare, come ho vissuto io per tanti anni finché non mi sono sposata. In quella casa ci siamo cresciute io, mia sorella, e in quella casa ci è morto anche mio padre.
Qualche tempo fa, dopo un accertamento, sembra che mia madre non abbia più diritto a quell’alloggio e ovviamente, come tutti i cittadini, mia mamma ha agito per vie legali e ha chiesto che venga chiarita questa situazione, perché lei crede di aver diritto a quell’alloggio popolare.
Quindi mi domando, qual era la notizia che voleva dare oggi Repubblica? Forse voleva dire che la mia famiglia è una famiglia povera? Forse voleva rimarcare il fatto che io non mi sono arricchita con questo lavoro e che i 200mila euro che ho scelto di restituire, avrei potuto utilizzarli per comprare una casa a mia mamma?
Però sapete, per noi del MoVimento 5 Stelle, il ruolo che stiamo svolgendo serve a risolvere i problemi di tutti e non i nostri problemi personali. Quindi io credo che mia mamma stia agendo bene, che una persona a ottant’anni abbia il diritto di desiderare di morire nella stessa casa nella quale è vissuta.
Non provo vergogna a venire da una famiglia povera e provo ancor meno imbarazzo nel dire che la mia famiglia non è diventata benestante grazie al mio lavoro. Personalmente non mi sono mai rivolta a nessuno, se non dare il consiglio a mia madre di agire per vie legali. In fondo funziona così tra i cittadini normali, vero? Do un consiglio a Repubblica, se veramente vuole fare una notizia, faccia notizia di quanto è bello avere oggi una classe politica onesta, che agisce come tutti i cittadini e che non sfrutta il proprio ruolo per interessi personali. Io la ringrazio, anzi, perché questa forse è una maniera in più per far sapere quanto siamo rimasti noi stessi.