di Luigi Di Maio
Ieri due ragazze di 17 e 18 anni a Torino, durante una manifestazione studentesca, hanno dato fuoco a due manichini, uno con la mia faccia. È una cosa che non avrei mai fatto e che infatti in passato non ho mai fatto, ma i ragazzi, i giovani hanno tutto il diritto di protestare, anche con toni forti perché per troppo tempo la politica è stata sorda ai loro bisogni. Possono anche andare oltre righe, un po’ come ha fatto il MoVimento nella sua storia, a patto di non andare contro la legge e di non usare violenza. Quello mai.
Ora i tempi sono cambiati e al governo c’è una forza politica che fa dell’ascolto e della partecipazione il suo tratto distintivo. Urlare va bene, ma non c’è bisogno di sgolarsi. Le porte del ministero sono aperte a tutti e le mie orecchie pure. Le ho aperte ai riders, ai disoccupati, ai lavoratori, agli imprenditori. Sono aperte anche a tutti gli studenti che vogliono portare proposte per la scuola, per l’università e per il futuro del Paese. L’istruzione, i percorsi di formazione, i nuovi lavori sono tutti temi importantissimi per il Paese e in cui gli studenti devono essere coinvolti perché ne va della loro vita.
Dopo le manifestazioni, confrontiamoci insieme per scrivere una nuova storia. Le due ragazze sono state denunciate per vilipendio delle istituzioni e per l’accensione di fumogeni. Spero che la denuncia per vilipendio, un reato di epoca medievale, venga archiviata il prima possibile e che inizi un percorso sereno di confronto con gli studenti. La repressione non porta mai nulla di buono. Sono stato rappresentante studentesco per 5 anni della mia vita e so quanto sia importante la pressione politica per ottenere dei risultati. Le porte sono spalancate per chi ha voglia di confrontarsi. Avete la mia parola.