Il direttore della “Repubblica dell’inganno”, Mario Calabresi, stamani prova a difendere l’indifendibile con un imbarazzante editoriale pubblicato sul suo giornale. Che La Repubblica sia diventato un quotidiano di regime è sotto gli occhi di tutti, basti pensare che tra i senatori del Pd c’è Tommaso Cerno, fino allo scorso gennaio condirettore de La Repubblica. Ma il quotidiano “piddino” ha superato ogni limite “deontologico”: oltre ad essere fazioso, mentre un giornale dovrebbe essere sempre super partes, ha deciso di avviare una campagna denigratoria contro il MoVimento 5 Stelle. E lo fa sfornando continuamente fake news.
Un elenco infinito di bufale e notizie infondate che minano l’informazione italiana. Giusto per fare qualche esempio:
– La beffa fiscale: tasse più alte per 3,2 milioni di partite iva
– Di Maio è garante di Marra la prova è nelle chat “Lui è uno dei miei, un servitore dello Stato”
– I segnali tra grillini e Lega e l’incontro Salvini-Casaleggio contro le larghe intese
– La Lega contro Salini dg Rai. Tg1, Di Maio vede Sangiuliano
– Vaccini, Di Maio come Salvini: “No all’obbligo, siamo per le raccomandazioni”
– Reddito di cittadinanza, ipotesi mini-sussidio: 300 euro al mese a 4 milioni di persone
– Vitalizi, così è impantanata la riforma bandiera del M5S
Per non dimenticare il video pubblicato da La Repubblica con gli applausi taroccati in occasione del funerale di Genova. Applausi destinati al Governo che La Repubblica ha montato e smontato per attribuirli invece al presidente Mattarella.
Anche La Stampa, stesso gruppo editoriale de La Repubblica, è riuscita a dare linfa a questa meschina propaganda anti-M5S con la diffusione di una fake news sconcertante. Vi ricordate la storia di Beatrice Di Maio, che secondo la La Stampa era un account chiave della cyber propaganda del MoVimento? Dietro a quell’account, invece, c’era la moglie di Renato Brunetta.
E questa sarebbe informazione? Con la pubblicazione di notizie false e intenzionalmente alterate viene fatto del male all’informazione e ai cittadini italiani. Con questo comportamento scorretto ed in mala fede La Repubblica danneggia gravemente l’interesse pubblico per dare linfa a interessi privati. Inoltre con la diffusione di notizie false viene destabilizzata l’informazione nel nostro Paese.
Lasciatecelo dire: questo non è giornalismo, questa è solo propaganda di partito!