La sindaca Raggi qualche giorno fa è stata assolta, sono finiti in questo modo due anni di fango dei giornali che ininterrottamente hanno attaccato Virginia in qualsiasi modo, non solo sul piano politico, ma anche su quello personale. Il MoVimento 5 Stelle in questi anni ha denunciato a più riprese questo comportamento da parte di vari giornalisti appartenenti a testate diverse. Ieri finalmente è arrivata la prima condanna al giornale Libero Quotidiano, di proprietà del parlamentare di Forza Italia Antonio Angelucci, per la vergognosa prima pagina del 10 febbraio 2017.
Come racconta Prima Comunicazione: “Non è passato liscio né all’Ordine dei Giornalisti, né al Tribunale di Milano, l’ormai famoso titolo “La patata bollente” (occhiello “La vita agrodolce di Virginia Raggi”), troneggiante sulla prima di Libero il 10 febbraio 2017 sopra una grande foto della sindaca di Roma. Con la sentenza di primo grado, infatti, la V sezione civile ha confermato la delibera del Consiglio di disciplina dell’Ordine nazionale dei Giornalisti contro Pietro Senaldi, direttore responsabile della testata guidata da Vittorio Feltri, del quale il giudice ha respinto il ricorso, condannandolo anche al pagamento delle spese legali, circa 20mila euro. Il titolo peraltro era riferito alle vicende berlusconiane delle Olgettine e di Ruby, ma “spostato” sulla sindaca Raggi per via dell’inchiesta che la riguardava: per questo il Consiglio Nazionale di Disciplina ha sottolineato gli “evidenti richiami sessuali”, un “dileggio” sessista proprio perché la sindaca “è donna” e si parlava delle sue vicende personali. Doppio senso negato da Sebaldi, che ne suggeriva l’accezione “affettuosa”, nella sua difesa al Consiglio della Lombardia.”
Dopo anni finalmente vengono ristabilite la verità e l’onorabilita delle persone. Lo abbiamo visto nel caso di Silvia Virgulti qualche giorno fa con la condanna di Iacoboni e Calabresi, e lo vediamo oggi con la condanna di Libero Quotidiano. La speranza, in entrambi i casi, è che alle giuste condanne facciano seguito le sacrosante scuse. La libertà d’informazione è una cosa seria, è sacra, e non può essere confusa con la libertà di dire bugie e quella di offendere. Il MoVimento 5 Stelle vuole difendere la libertà di informazione liberando i media dal conflitto di interessi degli editori e garantendo un equo compenso ai giornalisti. Va proprio in quest’ottica la decisione di Luigi Di Maio di convocare un tavolo con l’ordine dei giornalisti e la federazione nazionale della stampa per affrontare il tema dell’equo compenso compenso e del contratto dei giornalisti.