“Ci tengo solo a dargli una cosa perché secondo me è anche un modo di uno stile di procedere. Lei ha citato una delle querele che ci ha fatto, mi pare che ne abbiamo un paio adesso noi in corso, 3 ne ho con Casaleggio. Quella che mi ha fatto per quella storia di Marra di cui parlava io gliela do adesso così lei la guarda e me la rimanda corretta. Perché il problema è che voi avete fatto causa a un signore che si chiama Luigi Calabresi, non a Mario Calabresi. Luigi Calabresi Era mio padre che non c’è più, lo saprà, da 40 e rotti anni. È un errore formale ma io voglio dire questo sa di che cosa dà l’idea questo, quando io l’ho ricevuta l’ho letta e ho trovato Luigi Calabresi? Dell’approssimazione con cui fate le cose. Dovreste fare le cose in un altro modo, con un’altra serietà”. Dichiarazioni di Mario Calabresi del 27.11.18.
1) Il Sig. Calabresi fa confusione tra la querela, che è un atto penale e la citazione che è invece un atto civile. La causa fatta contro il Sig. Calabresi è civile e quindi dire che si tratta di una querela è falso. (doc. 1 – atto chiamata in causa);
2) La causa è stata fatta e notificata al Sig. Mario Calabresi e non al Sig. Luigi Calabresi. Nessuno ha mai citato né querelato alcun defunto e quindi anche in questo caso le dichiarazioni del Sig. Calabresi sono False. (doc. 2 – relata di notifica; doc. 3 – conclusioni atto di citazione);
3) Il Sig. Mario Calabresi, nella causa che va avanti sia contro di lui che contro Repubblica (Gedi Gruppo Editoriale S.p.A. della famiglia De Benedetti) non ha mai contestato davanti al Giudice quanto invece ha riferito ieri in tv, né tra l’altro potrebbe farlo;
4) In una causa dove sono state presentati oltre 1000 pagine tra documenti, memorie e scritti e dove il Sig. Mario Calabresi è stato citato per più di 20 volte, vi è stato un errore formale di battitura a pagina 15 di uno degli atti (doc. 4 – errore formale) del tutto insignificante e soprattutto che non ha alcuna rilevanza giuridica.
Comprendiamo il nervosismo del Sig. Calabresi visto che è stato recentemente condannato, sempre in sede civile, dal Tribunale di Cremona insieme al giornalista Jacopo Iacoboni per l’articolo diffamatorio che è stato fatto contro Silvia Virgulti, componente dello staff comunicazione del Gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle (Doc. 5 – sentenza del Tribunale di Cremona).
L’unico approssimativo, privo ormai di qualsiasi credibilità, onestà intellettuale e lontano dai principi deontologici, dunque, è solo il Sig. Mario Calabresi che pur di infangare Luigi Di Maio è disposto a strumentalizzare, persino, il nome del padre defunto.