Sulla trasparenza dei finanziamenti che i partiti ricevono dai privati e soprattutto sulle fondazioni che orbitano dietro la politica il Movimento 5 Stelle vuole finalmente spazzare via la coltre di mistero che campeggia da sempre. Come? Con la legge Spazzacorrotti! Dopo il tradimento della volontà popolare che venne espressa in un referendum sul finanziamento pubblico ai partiti, ancora oggi i cittadini si sentono ingannati, in particolare nel loro diritto di conoscere come la politica riceve donazioni piccole e grandi.
Con il disegno di legge anticorruzione i partiti sono obbligati a rendere pubbliche tutte le elargizioni superiori a 500 euro, non più 5000 come prima. Inoltre devono rendere pubblici, entro 15 giorni dal loro ricevimento, tutti i contributi ricevuti nei sei mesi precedenti le elezioni per il rinnovo del Parlamento.
E veniamo a tutto quel variegato mondo che è collegato ai partiti ma sta per lo più nell’ombra: sono equiparate ai partiti e ai movimenti politici le fondazioni, le associazioni e i comitati i cui vertice siano indicati almeno in parte da partiti e movimenti, o che al vertice abbiano membri di partiti o movimenti o ex componenti di governo, Parlamento italiano, europeo, giunte o consigli regionali o locali, nonché associazioni e fondazioni che danno almeno 5000 euro l’anno ai partiti per contribuire a loro iniziative.
Entro 14 giorni prima della data delle elezioni di qualunque genere, escluse quelle relative a comuni con meno di 15.000 abitanti, i partiti e i movimenti politici hanno l’obbligo di pubblicare nel proprio sito internet il curriculum vitae dei loro candidati e il relativo certificato penale.
Grazie al Movimento 5 Stelle lo Spazzacorrotti è una svolta, non il solito provvedimento fatto per prendere tempo o gettare fumo negli occhi. La trasparenza delle casse di partiti e fondazioni non poteva rimanere fuori.