Ciao a tutti, oggi non voglio parlarvi del governo, di quello che abbiamo fatto, che stiamo facendo o che faremo. È una diretta speciale.Oggi voglio fermarmi per 5 minuti e raccontarvi una storia. Una storia che, come tutti i racconti, narra qualcosa di più di quello che è successo perché ci parla anche di noi e di quello che facciamo nelle nostre vite. Condividetela con chi continua a sognare insieme a noi.
Pubblicato da Luigi Di Maio su Lunedì 17 dicembre 2018
Ciao a tutti, oggi non voglio parlarvi del governo, di quello che abbiamo fatto, che stiamo facendo o che faremo.
Oggi voglio fermarmi per 5 minuti e raccontarvi una storia. Una storia che, come tutti i racconti, narra qualcosa di più di quello che è successo perché ci parla anche di noi e di quello che facciamo nelle nostre vite. Ho scelto di raccontarvela oggi perché è il 17 dicembre e il 17 dicembre di più di un secolo fa, nel 1903, due fratelli passarono alla storia per aver cambiato per sempre il futuro dell’umanità. Erano i fratelli Wright e il 17 dicembre del 1903, per la prima volta, un aereo spiccava il volo. L’aereo si chiamava Flyer, loro erano Wilbur e Orville e quel primo volo durò 12 secondi. Questo è un po’ quello che sanno tutti. Quello che non tutti conoscono è il contesto generale. In quegli anni inventare una macchina che potesse volare era un po’ il sacro Graal.
C’erano scienziati, inventori, imprenditori in tutto il mondo che si affannavano per riuscire in questa impresa. C’erano persone che mettevano a disposizione tantissimi soldi. Per esempio, il dipartimento della guerra statunitense aveva messo 50.000 dollari a disposizione di un altro pioniere dell’aviazione: Samuel Pierpont Langley. 50.000 dollari all’epoca erano davvero un’enormità e, infatti, Samuel assunse persone di grande valore, lui stesso era un professore ad Harvard ed era in contatto con le menti più brillanti del suo tempo. Aveva il sostegno del governo e anche della stampa dell’epoca: il New York Times lo seguiva praticamente ovunque per raccontare l’esito dei suoi tentativi.
I fratelli Wright vivevano in un contesto più periferico, in Ohio, non avevano grandi relazioni, non erano laureati, non erano certo seguiti con interesse dalla stampa e non potevano contare su finanziamenti pubblici. Infatti finanziavano i loro esperimenti con i proventi della loro stessa attività: avevano un negozio di biciclette. I fratelli Wright erano geniali, così come doveva esserlo Langley. Ma i primi sono passati alla storia, e li conosce tutto il mondo, il secondo la stragrande maggioranza di voi lo sente nominare solo ora. Cosa ha fatto la differenza? Perché, a parità di genio e a totale disparità di mezzi a favore di Langley, hanno avuto successo i due fratelli dell’Ohio?
Un successo, badate bene, straordinario che ha cambiato la storia del mondo.
Una teoria, quella di Simon Sinek – che io sposo completamente – dice che i fratelli Wright decollarono per primi perché loro credevano fortemente in quello che facevano, credevano nel sogno. Il loro obbiettivo era volare, cambiare il mondo, realizzare qualcosa che sembrava impossibile. E le persone che lavoravano a questo progetto condividevano con loro questa idea.
Quelle persone si spaccarono la schiena, sudarono mille camicie, affrontarono gli incidenti di innumerevoli tentativi falliti e lo fecero non per lo stipendio, non per il successo professionale, ma per cambiare il mondo. E chi ha questo desiderio è più forte di qualsiasi cosa e può ottenere qualsiasi risultato. Soprattutto quando tutti insieme si lavora per un obbiettivo comune, quando tutti vogliamo la stessa cosa, quando tutti crediamo nello stesso sogno, quando tutti abbiamo chiaro perché facciamo quello che facciamo.
Langley e i suoi lavoravano “soltanto” per ricevere ulteriori e magari più cospicui finanziamenti dallo Stato, per migliorare la propria posizione sociale e per far lievitare il conto in banca. Aspirazioni legittime, ma che non sono sufficienti a fare quello sforzo che serve per cambiare il mondo. Per cambiare il mondo, per superare i limiti umani e iniziare a volare, serve credere profondamente in un ideale ed essere accompagnati in questo percorso da persone che credono non in te, ma in quello stesso ideale, ossia nel perché fai quello che fai.
Perché vi ho raccontato questa storia? Perché penso che il MoVimento 5 Stelle sia come i fratelli Wright e se stiamo ottenendo successi e stiamo gettando le basi per un futuro migliore lo dobbiamo allo stesso motivo che consentì a Wilbur e Orville di volare. Noi non abbiamo mai avuto finanziamenti pubblici, siamo nati nella periferia della politica, non abbiamo mai avuto la stampa a celebrarci, non abbiamo grandi relazioni con quelli che contano. Eppure abbiamo raggiunto risultati straordinari che altri non sono riusciti neppure lontanamente ad imitare, nonostante avessero tutti gli elementi di favore dalla loro parte. Noi siamo quello che siamo e facciamo quello che facciamo perché condividiamo un ideale comune. E il MoVimento esiste e continuerà ad esistere perché tutti noi ci crediamo.
Io non sono qui a fare il ministro per soldi, per il potere o per i miei interessi personali. Io sono qui a fare il ministro perché ho la stessa passione e la stessa voglia di cambiare l’Italia che hai anche tu che stai guardando questo video. È quello che mi fa andare avanti ogni giorno, che mi dà la carica e la forza di non mollare mai.
E altrettanto possono dire tutti i nostri ministri, tutti nostri deputati e senatori. Ma anche tutti i nostri sindaci, i nostri consiglieri regionali e comunali, i parlamentari. Questo lo può dire a testa alta ogni nostro iscritto, ogni attivista, ogni persona che ha contribuito al successo del MoVimento 5 Stelle. Chiunque abbia versato una goccia di sudore per il MoVimento lo ha fatto perché crede in un sogno, non per il suo interesse particolare. Per questo siamo imbattibili e inarrestabili.
Ora il MoVimento sta portando avanti, con impegno quotidiano, una sfida importantissima, quella del governo del Paese e la stiamo vincendo perché la stiamo combattendo con in testa e nel cuore quel sogno di cambiamento per l’Italia che condivido con tutti voi. Nella manovra che in questi giorni si chiude non ci sono gli interessi dei partiti o dei soliti che hanno comandato, ci sono i sogni di chi vuole cambiare l’Italia e se riusciamo in questo intento è anche perché io, noi qui al governo e in Parlamento, e ognuno di voi, continuiamo a credere nello stesso sogno. E questo sarà il primo passo, poi le sfide saranno di più e sempre più dure. Ma questo non mi fa paura perché io continuerò sempre a credere nello stesso sogno e finché tutti noi continueremo a farlo, magari contagiando anche altre persone, riusciremo sempre a raggiungere tutti i nostri obbiettivi per quanto, ad alcuni, possano sembrare impossibili e inarrivabili. Insieme continueremo a superare i limiti e continueremo a volare, sempre più in alto.
Vi abbraccio forte!