Il Quarto potere mediatico è nudo. Si dimena in maniera scomposta e lancia continui schizzi di fango nella speranza di sopravvivere al Cambiamento, di potersi riciclare e cambiare di nuovo pelle, per l’ennesima volta. L’obiettivo è provare a sporcare l’immagine del MoVimento 5 Stelle e delegittimarlo. Perché l’onestà e la trasparenza fanno paura alle lobby, alle famiglie di grossi prenditori e ai banchieri, ovvero a coloro che hanno dissanguato gli italiani in tutti questi anni, manipolando l’informazione a propria immagine e somiglianza e ricoprendo il ruolo di burattinai di gran parte dei partiti della prima e della seconda Repubblica.
Anche nell’ultima settimana, leggendo i giornali, vero braccio armato di questi prenditori, ci siamo imbattuti in una serie di indecenti e colossali fake news. Poveri illusi: noi non ci caschiamo più, #iononcicasco.
È stato scritto che nel MoVimento ci sono 30 congiurati pronti a ‘pugnalare’ Di Maio: #iononcicasco. Che Di Maio ha lavorato in nero per il padre: #iononcicasco. Che i grillini non vogliono dare soldi al Nord: #iononcicasco. Che gli elettori non vogliono il Reddito di cittadinanza: #iononcicasco. E poi il top delle fake news: ‘Di Maio si trova in conflitto di interessi’. Hanno scritto proprio questo, senza alcun ritegno o pudore.
In un caso in un solo titolo sono riusciti a concentrare ben tre fake news. Il riferimento è a un articolo del Giornale: ‘Reddito di cittadinanza, il sussidio facile del Sud crea disoccupati a vita’. #iononcicasco.
Il Reddito di cittadinanza:
1. non è un ‘sussidio facile’; 2. non si riferisce solo al Sud, ma quasi la metà dei beneficiari sarà al Centro Nord; 3. non crea disoccupati, anzi esattamente il contrario.
Questi sono solo alcuni esempi. Alcuni tentativi, avanti da mesi, che fanno parte di una più ampia strategia di voler delegittimare in tutti i modi il MoVimento 5 Stelle. Ma noi siamo forti del pieno sostegno dei nostri elettori e di tutti coloro che in massa ci seguono sul blog e sui social hanno espresso in questi giorni massimo supporto, vicinanza e solidarietà. Ma, soprattutto, hanno le idee chiare, hanno capito, si informano davvero e non si fanno fregare.
Ribadiamo: legge contro il conflitto di interessi degli editori e equo compenso a tutti i giornalisti. Solo così si cambia. E noi lo faremo.