Circa dieci anni fa, nel 2008, iniziava dagli Stati Uniti la crisi finanziaria che avrebbe coinvolto tutto il mondo andando a colpire come sappiamo anche l’economia reale. Fu un massacro reso ancora più cruento dal modo in cui l’Europa decise di rispondere a questa situazione, una strategia che si riassume in una parola: austerità. La strategia dell’austerità è semplice nella sua esecuzione: tagliare i diritti sociali, tagliare la sanità, tagliare il welfare, tagliare le pensioni. Tagliare tutti i servizi pensati per la protezione dei cittadini. La distruzione dello Stato sociale per cui i nostri nonni avevano dato il sangue. In questo modo lo Stato avrebbe risparmiato e il debito si sarebbe ridotto. Niente di tutto questo è avvenuto. Il debito pubblico italiano ha continuato a crescere al ritmo di centinaia di miliardi l’anno, i poveri si sono moltiplicati e migliaia di aziende hanno chiuso i battenti. Una sciagura. Gli unici ad averci guadagnato qualcosa sono i più ricchi che sono diventati ancora più ricchi. I poveri sono diventati ancora più poveri e tanti benestanti sono diventati poveri.
Adesso chi ha imposto ai cittadini queste politiche, gente come Juncker e De Benedetti, inizia a dire che forse hanno sbagliato. Ma va! Sono ancora fermi alle parole. Il governo del cambiamento è passato direttamente ai fatti.
Con il Reddito di Cittadinanza e Quota 100 si rifonda lo Stato Sociale. Non si tratta solo di una misura come tante altre, è un cambio totale di paradigma. Si sancisce che lo Stato deve pensare prima di tutto alle persone più deboli della sua comunità perché nessuno deve rimanere indietro. È un nuovo diritto per gli italiani. Il diritto a non essere lasciato solo. Mai. Da qui non si potrà più tornare indietro, ma, è questo é il nostro impegno, questo diritto potrà solo essere esteso, sia come platea sia come benefici. Per noi lo Stato non è una macchina spremicittadini per fare cassa. Per noi lo Stato è una comunità dove tutti hanno il diritto a una qualità della vita all’altezza dei loro sogni.
La risposta degli ex paladini dell’austerità al ritorno dello Stato sociale è un referendum per abolirlo, perché dicono che siccome ci sarà di nuovo la recessione allora non si possono spendere soldi per i più poveri. Io non so se ci sarà la recessione, ma a maggior ragione se ci sarà rivendico la scelta di aver già destinato 11 miliardi alla protezione dei più deboli con il Reddito di Cittadinanza e Quota 100. È proprio durante le emergenze che si presta soccorso per primo ai più deboli perché sono quelli che subiscono di più i danni. La logica contraria è quella della macelleria sociale che fa diventare i ricchi ancora più ricchi. E poi dove gli avrebbero messo questi 11 miliardi? In bonus per i banchieri? In pedaggi più alti per i Benetton? In pensioni d’oro? In vitalizi? In regali alle lobby? Sì! Avrebbero fatto esattamente così. Per perpetuare lo Stato elitario ai danni dello Stato sociale.
Vogliono fare un referendum? Lo facciano. Vadano avanti. Avere tra i promotori Renzi e Boschi gli porterà sicuramente fortuna.
Nella foto: Luigi Di Maio e Sara Marcozzi oggi ad Avezzano in Abruzzo