La bomba alla pizzeria Sorbillo a Napoli è probabilmente un segno di debolezza della criminalità organizzata, che ha bisogno di fare gesti eclatanti per ottenere ciò che in passato otteneva in silenzio.
Ieri sono stato sul posto per mostrare la vicinanza delle istituzioni parlamentari alla città di Napoli ed al suo hinterland. Da metà dicembre ad Afragola ben 8 ordigni hanno sconvolto la vita di queste comunità.
È importante mostrare vicinanza a chi subisce queste intimidazioni e a chi ogni giorno combatte il crimine mafioso in queste zone difficili. Per questo ho incontrato anche il procuratore Giovanni Melillo portandogli il nostro ringraziamento per la battaglia che conduce insieme ai suoi uomini ogni giorno in silenzio, con determinazione ed efficacia.
Melillo ha definito un evento “quasi eccezionale” questa attenzione mostrata dalle istituzioni a Napoli.
Se lo Stato è assente, l’anti-Stato ha vita facile nel soddisfare a modo suo i bisogni insoddisfatti di queste comunità. Occorre presenza, occorre cultura, occorre sensibilità per far capire alle nuove generazioni che la strada della camorra non porta lontano. Se al contrario si riduce la tutela dei diritti sociali delle comunità, si svilisce l’offerta educativa e si lasciano sempre più ampi settori della popolazione in condizioni di bisogno materiale e culturale, si fa più forte la suggestione che il crimine organizzato possa rappresentare l’unica alternativa.
È il momento allora di mostrarci tutti solidali e compatti.
Per questo mi ha colpito positivamente il coro del mondo culturale ed artistico napoletano e di molti personaggi dello spettacolo di ogni origine che si è levato in difesa di Gino Sorbillo. Sono punti di riferimento per moltissimi giovani, dunque una condanna pubblica dell’avvenimento da parte loro è preziosa e niente affatto scontata.
Anche io e tanti altri amici del Movimento andremo prossimamente a mangiare una pizza da Sorbillo, ma ciò che deve esser chiaro è che la solidarietà deve esser data ai mille “Sorbillo” colpiti dalle mafie, non solo a chi risulti famoso ed importante, perché le estorsioni vengono imposte anche a tanti anonimi esercenti che vanno tutelati esattamente come si sta facendo con il famoso pizzaiolo napoletano.
Sono sicuro che questa azienda saprò risollevarsi grazie alla solidarietà dei napoletani e che la cittadinanza saprà reagire. Questa vicenda dimostra che le istituzioni non devono abbassare la guardia su Napoli e la Campania tutta. La battaglia è ancora lunga, ma la combatteremo con determinazione e senza tentennamenti.
Lo Stato siamo noi, ricordiamocelo!