Parto da una bella notizia: domenica 13 gennaio 2019 l’italiano Francesco La Camera, attuale Direttore Generale per lo Sviluppo sostenibile al Ministero dell’Ambiente, ha ottenuto la carica di Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili. Un ruolo di enorme responsabilità per il nostro Paese e per l’intera comunità internazionale che lo porterà a indirizzare le politiche energetiche rinnovabili di ben 160 Paesi per i prossimi 4 anni. Pensate che il nostro La Camera ha ottenuto il gradimento di tutti i Paesi dell’Unione Europea, superando i candidati degli altri Membri, fino ad affermarsi come loro unico candidato nella fase preliminare alla votazione finale.
Questo incredibile successo, arrivato con ben 110 voti su 141 votanti a fronte dei 31 presi dal candidato colombiano, è frutto di mesi di lavoro della diplomazia italiana, del sostegno del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e di una miriade di incontri bilaterali che ho sostenuto ad Abu Dhabi durante i giorni antecedenti alla votazione di domenica.
Bilaterali durante le quali ho raccontato a Ministri dell’Ambiente, degli Esteri o dell’Energia, la nostra visione di sostenibilità energetica, di ambiente, di ciclo dei rifiuti, di transizione energetica verso le energie rinnovabili, di diplomazia energetica, di cooperazione energetica e di riconversione industriale, presente nel nostro Piano Energetico 2020-2050. Un piano ambizioso che prevede la totale decarbonizzazione del nostro Paese entro il 2025 e la produzione del 20% del mix energetico nazionale con fonti rinnovabili entro il 2030. D’altronde è stato facile, per me, raccontare concetti sui quali il MoVimento 5 Stelle è nato avendo tra le sue 5 stelle ben 3 riferibili a questi temi ovvero acqua pubblica, mobilità sostenibile e ambiente.
L’apprezzamento di questa programmazione insieme alla notorietà delle nostre aziende nazionali, che da decenni spingono sulle rinnovabili, sono state le principali cause dell’incredibile successo ottenuto che ci permetterà di diffondere in 160 Paesi le nostre migliori pratiche su questi temi. Al di là della gioia per questa elezione però, c’è un motivo preciso per cui vi parlo di tutto questo.
Nell’era della globalizzazione dei processi economici e politici la credibilità è tutto.
La fama di un Paese e soprattutto del suo Governo diventano fondamentali per ottenere risultati e riconoscimenti che aprono poi nuove strade.
Questo vale certamente nei rapporti bilaterali, dove le relazioni economiche si avvantaggiano dalla certezza di aver a che fare con un partner sul cui territorio i livelli standard di protezione degli investimenti e di libero mercato sono garantiti, ma vale anche nei rapporti multilaterali, dove l’esperienza in un certo settore e l’investimento che vi si è fatto, determinano la disponibilità degli altri partner a delegartene la responsabilità gestionale.
Badate bene, non parliamo di gloria e fama, parliamo di sostanza, di appalti, di investimenti, di commesse internazionali, di presidenze di organizzazioni di interesse globale, di orientamento dei flussi turistici e tanto tanto altro di interesse nazionale.
Su questo il nostro governo sta lavorando a tempo pieno dando massima attenzione ai rapporti politici internazionali e partecipando, quindi, a quanti più incontri possibili per raccontare l’Italia che abbiamo già costruito e, soprattutto, quella che vogliamo costruire negli anni.
Questo è solo il primo dei successi che si possono ancora ottenere a livello internazionale, dopo anni di immobilismo e accondiscendenza che hanno generato la totale subalternità a francesi, tedeschi, statunitensi e così via, oggi, finalmente, in Italia c’è un Governo che crede nelle potenzialità del suo Paese e le promuove nel mondo con grande successo.
Sono fiero e orgoglioso di poterlo fare. Avanti così.