Dal Corriere a Repubblica, le panzane dei giornali
Continua la mia controrassegna stampa. Anche oggi smascheriamo le solite bufale di certi giornali, come quella clamorosa del Corriere della sera sul Reddito di cittadinanza. E non solo…Collegatevi!
Pubblicato da Gianluigi Paragone su Domenica 27 gennaio 2019
Continua la nostra “contro rassegna stampa” per chiarire quello che le televisioni e i giornali scrivono per tentare di confondere le idee alle persone e ai cittadini.
Nei giorni scorsi mi ero occupato di Lilli Gruber e delle parole false che lei aveva attribuito al sottoscritto a proposito del Franco CFA. Ho riportato le mie esatte parole, citandole dall’articolo di giornale in cui le avevo scritte, e quello che voleva essere il mio ragionamento in un video che sta andando fortissimo in rete e che ho dedicato a Lady Bilderberg cioè a Lilli Gruber. È chiaro che non mi inviterà mai in trasmissione a discuterne, ma non importa.
Andiamo invece adesso al Corriere della Sera che nei giorni scorsi ha raccontato, attraverso la penna di Lorenzo Salvia, partendo da una caso avvenuto a Savona, una presunta corsa all’anagrafe da parte dei furbetti per rientrare impropriamente nel programma del reddito di cittadinanza. Mi sembra che da parte di certi giornalisti ci sia più la voglia di raccontare le azioni dei furbetti che non di informare gli italiani su che cosa realmente sia il reddito di cittadinanza, facendo più il gioco dei disonesti che non un servizio di reale informazione. Che cosa fa dunque Lorenzo Salvia? Parte da una storia, che sarebbe accaduta a Savona, per raccontare questa presunta corsa all’anagrafe per rientrare nel reddito di cittadinanza: l’articolo titola “La tentazione dei cambi di residenza e dei finti divorzi per ottenere l’assegno”.
Bastava poco per scoprire la montatura del caso, quel poco che ha fatto il Fatto Quotidiano. Il Fatto ha chiamato l’anagrafe di Savona e si è fatto raccontare le cose.Il Corriere della Sera accreditava come “una vera e propria corsa a formare nuclei familiari autonomi per abbattere il reddito familiare e rientrare così sotto il tetto dei €9600” e accaparrarsi furbescamente il reddito di cittadinanza, una notizia arrivata da Savona dove, sempre secondo il giornale di via Solferino, nel 2018 si sono verificati 1839 cambi di residenza all’interno della città. Un numero riportato come anomalo, quindi gonfiato, che avrebbe fatto scattare esposti e controlli, quindi dato riferibile alla volontà dei richiedenti il cambio di residenza di falsificare la loro reale posizione e prendersi il reddito di cittadinanza impropriamente.
Allora che cosa fa il Fatto Quotidiano? Fa due telefonate all’ufficio anagrafe e scopre che nei cinque anni passati il numero dei richiedenti era più alto e quindi il presunto numero gonfiato non c’entra un tubo con il reddito di cittadinanza, tanto che il sindaco di Savona si è detta sconcertata dalla montatura del Corriere della Sera.
Ma sappiamo che il Corriere della Sera non è nuovo a montare dei casi, anche qualcuno dentro lo stesso giornale, tipo Ivo Caizzi, aveva fatto notare al vicedirettore Federico Fubini che si era inventato un resoconto da Bruxelles a proposito della procedura di infrazione pendente sull’Italia.
Quindi forse consiglierei al Corriere della Sera, ma anche a tutti gli altri giornali, di dedicarsi non al racconto dei presunti furbetti, quasi a voler soffiare sul fuoco, ma piuttosto a dedicarsi all’analisi del reddito di cittadinanza, che potrebbe avere dei vantaggi importanti anche per gli imprenditori.
Perché non li raccontate? Perché non spiegate bene agli imprenditori che qualora assumessero una persona inserita nel progetto del reddito cittadinanza, prima lo assumono a tempo indeterminato e maggiori saranno gli sgravi fiscali che otterranno? Ma addirittura chi investisse al Sud potrebbe avere un doppio sgravio fiscale, un doppio bonus: uno previsto dal reddito di cittadinanza, l’altro dedicato a chi assume lavoratori sotto i 35 anni di età. Come vedete questo Governo, al contrario della narrazione che fanno televisioni e giornali, è molto attento ai piccoli imprenditori, ai veri imprenditori. Ma non c’è la volontà di raccontarlo. Persiste la balla che questo Governo è disinteressato alle imprese.
Ma noi vi raccontiamo le cose come stanno e abbiamo anche smentito il Corriere della Sera su questa notizia dei furbetti.
Ce n’è un’altra di notizia che vi voglio raccontare ed è legata a La Repubblica di ieri dove Roberto Perotti scrive un articolo dal titolo: “Lannutti, l’incredibile silenzio del MoVimento 5 Stelle”. L’incredibile silenzio riguarderebbe il post sui protocolli di Sion che Elio Lannutti aveva condiviso sulla sua pagina Facebook. E dice Perotti, tra le altre cose, “nessun parlamentare dei 5 Stelle si è fatto sentire”. Ora, caro Perotti, non è che devi informarti per forza, però se scrivi queste cose allora sì che hai l’obbligo di informarti e non è neanche difficile: sarebbe bastato leggere le parole del sottoscritto, rispetto a quello che Lannutti aveva condiviso, lo avevo detto anche in televisione: ho detto chiaramente “Lannutti ha fatto una puttanata galattica.” Ho detto che ha condiviso una roba mostruosa, tragica, oltre che una balla incredibile.
Quindi, caro signor Perotti ha scritto anche lei una colossale fake perché non è vero che il MoVimento 5 Stelle non abbia preso le distanze da quella condivisione di Lannutti.
Vorrei anticipare brevemente un’altra questione. Continua da settimane e settimane, la discussione pubblica sui migranti e le loro condizioni sulle imbarcazioni che li traggono in salvo. Lo voglio dire sia alla sinistra che a coloro che si ergono a nuovi paladini umanitari: intanto le morti nel Mediterraneo oggi sono inferiori rispetto al passato, come numero totale, eppure nessuno aveva chiesto prima una commissione d’inchiesta sulle morti nel mar Mediterraneo. Forse perché negli anni passati non c’era un Governo formato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, oppure ancora una volta siamo nell’alveo della pura propaganda perché a tutte queste anime belle e penne fighette non interessa realmente un tubo di queste persone, però fa comodo guadagnarsi la vetrina con queste affermazioni. A me sarebbe piaciuto negli anni passati aver sentito una forte indignazione ma costante, reiterata nel tempo a proposito degli sfrattati per colpa del potere finanziario bancario, sloggiati dalle proprie abitazioni, oppure sugli sfruttati nel mondo del lavoro.
Chi sta facendo delle cose per cambiare realmente anche gli articoli di legge? Noi del Movimento 5 Stelle! Noi stiamo facendo questo! Certo che bisogna occuparsi degli ultimi, ma non capisco il motivo per cui degli ultimi italiani non ci si debba preoccupare mai.
Va bene preoccuparsi degli ultimi del mondo, è sacrosanto, ma in Italia nel corso degli anni passati si sono ingrossate le schiere dei poveri disperati costretti per le dinamiche della crisi ad abitare fuori casa, a dormire in macchina o dentro ai box dove ci sono i Bancomat oppure a fare la coda alla Caritas per prendersi del cibo e dei vestiti. Insomma ci sono tanti ultimi italiani che non vengono mai menzionati, non vengono mai raccontati con la costanza con cui si descrive la condizione dei migranti. Io non credo che facendo la classifica dei disperati si vada da qualche parte, ma credo che ogni tanto l’attenzione sia dovuta anche agli ultimi nostri concittadini altrimenti si corre il rischio di entrare dentro quello che veniva chiamato da Giorgio Gaber “il potere dei più buoni” che non è altro che retorica buonista. E tutti questi appelli e petizioni, questa finta indignazione, mi sembra che funzionino a comando, a gettone, cambiano a seconda delle situazioni che si creano nel tempo. Allora un’indignazione a gettoni non serve a niente, reali politiche per aiutare gli ultimi, per aiutare gli invisibili sono invece quello che questo Governo sta facendo. Magari di questo parleremo prossimamente.