In Italia, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si registrano 90.000 morti premature l’anno a causa dell’inquinamento.
Il 95% dei cittadini europei a rischio malattie per micropolveri Pm 2.5 (60.600 morti anno in Italia), biossido d’azoto (20.500 morti anno nel nostro Paese, imputato numero uno i motori diesel) e ozono ( 3.200 morti anno nella penisola) vive nel Nord Italia come ha recentemente informato l’Agenzia Europea dell’Ambiente.
Inoltre il nostro Paese registra il record di tumori infantili come affermato recentemente dallo studio Lancet-Iarc.
La città più inquinata della penisola è Brescia, dove tra l’altro è presente uno degli inceneritori più grandi d’Europa.
Aggiungiamo che l’inquinamento ha costi sociali e sanitari altissimi. Per i soli danni causati da emissioni da traffico automobilistico, con il diesel imputato numero uno, parliamo di costi stimati tra i 60 e i 78 miliardi di euro anno tra i paesi dell’Unione Europea a seconda dei parametri utilizzati.
Questa è l’emergenza delle emergenze. Tutti siamo chiamati ad una rivoluzione che parte prima di tutto da noi stessi ed è collegata all’economia.
L’Unione Europea riconosce flessibilità in caso di emergenze.
Così è avvenuto ad esempio sul tema immigrazione. La Pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa e del Mondo, l’inquinamento colpisce anche le aree metropolitane ialiane e la Terra dei Fuochi. Se non è un’emergenza questa!
E’ una questione urgentissima: dobbiamo salvaguardare la salute e salvare vite e dare un futuro all’Italia, all’Europa e al nostro Pianeta. Serve una riconversione economica che veda la sostenibilità ambientale al centro.
Sono necessari quindi investimenti pubblici massicci per raggiungere i condivisibili obiettivi minimi europei e internazionali in campo ambientale, transizione energetica, economia circolare, lotta al dissesto idrogeologico, bonifiche di siti inquinati e per combattere i cambiamenti climatici. Come ricorda la stessa l’ ONU ci rimangono 20 anni di tempo per salvare il Pianeta.
“Il 2019 sarà l’anno cruciale per la finanza verde e sostenibile” ha affermato recentemente il vice presidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis.
Siamo d’accordo. Per fare questo però tutti gli investimenti pubblici nel campo di energie rinnovabili, efficienza energetica, economia circolare per recuperare materia e ridurre i rifiuti, dissesto idrogeologico, bonifiche e trasporto pubblico, non vanno conteggiati nel limite del 3% di rapporto deficit/Pil.
Il liberismo e l’austerità sono nemici di ambiente e salute. Solo così salvaguardaremo l’ambiente e la salute degli italiani, creando una crescita economica basata sulla sostenibilità ambientale.