Questa mattina ho fatto una visita a sorpresa all’Ospedale Pertini di Roma.
La prima di una lunga serie. In tutta Italia. In tutte le regioni. Andrò a vedere le situazioni di persona per ascoltare personale, pazienti e cittadini. Le segnalazioni possono essere inviate alla mail segreteriaministro@sanita.it
Da quando sono ministro ogni giorno ricevo un sacco di dati e numeri sul sovraffollamento dei pronto soccorso e sugli ospedali, ma dietro queste cifre ci sono le storie e le realtà della vita reale che va conosciuta e “masticata”. Un ministro non può fermarsi all’aridità di una tabella, dietro i numeri ci sono storie di donne e di uomini che sono i nostri pazienti e anche gli operatori sanitari che ogni giorno lavorano nei nostri ospedali e negli ambulatori del Paese.
Troppe volte abbiamo sentito di pazienti lasciati per ore, a volte giorni, in barella o abbandonati nelle corsie dell’ospedale, così come tante volte abbiamo sentito di aggressioni al personale sanitario, ai medici e agli infermieri che diventano ingiustamente il bersaglio delle frustrazioni per le domande a cui nessuno ha dato risposta. La colpa di questa grave situazione non è né degli operatori sanitari né dei cittadini. Anni e anni di tagli alla sanità hanno portato a Ospedali vecchi e bisognosi di ristrutturazioni, carenza di personale e a volte persino carenza di medicinali. Qualcuno ha deciso a un certo punto di sacrificare il diritto alla salute dei cittadini sull’altare del fiscal compact e dei grandi interessi internazionali. Dobbiamo riprendere in mano la situazione, la sanità pubblica è stata una grande conquista e non possiamo tornare indietro. 4,5 miliardi in tre anni per il fondo sanitario nazionale e 4 miliardi in più da investire nel fondo per l’ammodernamento delle strutture sanitarie, contro rischio sismico e antincendio sono la prima risposta. Le disuguaglianze tra chi può e chi non può non sono ammesse nella nostra costituzione. Dobbiamo portare al centro di tutto i diritti dei cittadini.
Devo guardare da vicino le storie delle persone. Solo così sarà possibile risolvere le criticità dei pazienti e degli operatori sanitari. Questo impegno è la priorità della mia agenda.
Oggi, mentre percorrevo i corridoi ospedalieri del Pertini di Roma, una signora si è avvicinata a me in lacrime per raccontarmi la sua storia e quella di suo marito malato e in attesa di un intervento da due anni. Ho faticato a trattenere l’emozione. La sua non è certo una storia eccezionale, purtroppo ogni famiglia può raccontare storie simili. Per questo uno dei miei primi interventi da ministro è stato quello di stanziare 350 milioni di euro per la riduzione dei tempi delle liste d’attesa e di rilanciare un nuovo sistema di regole per rendere più efficiente il sistema in tutte le Regioni.
Un’infermiera mi ha testimoniato quanto sia difficile ogni giorno fare fronte a tutto con personale ridotto all’osso, le sono vicina perché so quanto sia difficile dare il massimo, ma scontrarsi tutti i giorni con un sistema bloccato. Anche questo è un problema che viene da lontano, da questi governi che hanno sacrificato le persone sull’altare dei numeri. Ma anche su questo stiamo lavorando….
Non abbiamo la bacchetta magica, io vorrei che tutto fosse più immediato, ma stiamo seminando ogni giorno, con impegno e dedizione, e sono sicura che il Governo del Cambiamento mi farà tornare in questi reparti con un sorriso diverso. Troverò molte più storie positive da raccontare, di medici che salvano vite e di pazienti che non fanno più la fila. Oggi la nostra sanità resta comunque invidiabile e per lo più eccellente, anche se ci sono tante ombre. Nei prossimi mesi vedremo risultati concreti. Non mi arrendo alle difficoltà, ai tranelli e a tutti i bastoni tra le ruote che provano a mettere sulla mia strada, questo ve lo garantisco!