Pannolini usati, pneumatici, scarti dell’edilizia, plastiche miste… dove li getteremmo? Qualsiasi risposta vi sia venuta in mente, è sbagliata. Questi non sono rifiuti ma nuova materia prima. Diventano altri oggetti, altri materiali, altre materie prime. Significa posti di lavoro!
E’ l’economia circolare, di cui si è parlato tanto in passato, ma che solo dal 10 agosto 2018 ha trovato una “casa”: il Ministero dell’Ambiente. Significa che fino ad oggi non esistevano capitoli di spesa, investimenti, strutture, gestione. E’ stato uno dei miei primi atti come Ministro.
Abbiamo provato a sintetizzare una norma nazionale sull’#EndOfWaste, si chiamano così i rifiuti che possono diventare materia prima. Non è mistero che non sia stata trovata la necessaria sintesi parlamentare. Ebbene, chi si ferma è perduto. E allora ho messo al lavoro una task force di esperti che ha prodotto i primi risultati. Decreti ministeriali ad hoc per ogni categoria di rifiuti.
Abbiamo iniziato con la gestione dei pannolini, una tecnologia italiana il cui decreto è atteso da imprese all’avanguardia e tutti i loro dipendenti: ogni anno 900mila tonnellate di assorbenti igienici diventano rifiuto. Ebbene possono essere trasformati in miscela di plastiche, polimero superassorbente Sap e cellulosa. Il decreto è pronto, finito. E’ stato trasmesso alla Commissione europea per la necessaria verifica.
E sono sulla rampa di lancio i decreti che recupereranno la gomma vulcanizzata granulare, i rifiuti da costruzione e demolizione, quelli di gesso, il pastello di piombo che deriva dallo smaltimento delle batterie, i rifiuti da plastiche miste e da carta da macero.
Come potete immaginare il processo è lungo e molto complesso, ma questo è il futuro: economia circolare. Sì al riciclo, sì all’end of waste, sì a tantissimi nuovi posti di lavoro!