Il futuro della Sardegna passa per il lavoro. È questo il tema principale del programma con cui ci presentiamo alle elezioni regionali di domenica 24 febbraio. Un argomento imprescindibile per risollevare le sorti della nostra amata Regione, contribuendo allo sviluppo e al benessere del popolo sardo con particolare attenzione ai giovani, i nostri figli. Infatti la Sardegna arriva a questo importante appuntamento con tassi di disoccupazione che sono tra i più alti d’Italia: quella giovanile sfiora il 50 per cento contro il dato nazionale che si attesta al 31,9 per cento.
Numeri inaccettabili che testimoniano che le politiche del lavoro fatte in questi anni dai vecchi governi regionali sono state un fallimento. La svolta che noi del MoVimento 5 Stelle proponiamo ai cittadini sardi poggia su 4 pilastri fondamentali: equità, trasparenza, merito e dignità, in linea con il nostro principio secondo cui “nessuno deve rimanere indietro”. Il Reddito di Cittadinanza aiuterà ben 276mila sardi ad uscire da una condizione di difficoltà economica e sociale e lo farà mettendo al centro formazione e politiche attive del lavoro spezzando quel circolo vizioso – spesso alimentato dalla vecchia politica – fatto di clientelismo e nepotismo che sia nel settore pubblico sia in quello privato ha trasformato le competenze in una minaccia e non in una risorsa.
Con noi alla guida della Regione non sarà più così.
Potenziamento delle politiche attive del lavoro – La prosecuzione della riforma dei Centri per l’Impiego sardi è uno dei perni centrali della nostra azione. Vogliamo che l’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (Aspal) sia sempre più radicata nel territorio diventando il braccio operativo dell’amministrazione regionale per l’attuazione delle politiche attive del lavoro e di supporto all’autoimpiego e alla creazione di impresa, nonché luogo di “incontro” della domanda e dell’offerta. Allo stesso tempo, la piattaforma informatica dei servizi per il lavoro (SIL Sardegna) deve essere strutturata in modo da essere un vero e proprio sistema interattivo di facile consultazione per addetti al settore e cittadini. Infatti la profilazione dei disoccupati/inoccupati, dei NEET e dei giovani che concludono il ciclo di studi obbligatorio deve essere supportata da addetti qualificati e da strumenti informativi adeguati, per consentire un più facile dialogo fra le diverse banche dati della Pubblica amministrazione anche ai fini della corretta applicazione del Reddito di Cittadinanza. E ancora, prevediamo incentivi per l’avvio di start-up d’impresa innovative e l’occupazione femminile.
Sostegno all’apprendistato e lotta ai tirocini “fittizi” – Molto importante per noi è anche consolidare il sostegno economico e la sburocratizzazione delle procedure amministrative riguardanti l’apprendistato. Considerando, oltre alla rivisitazione e al rifinanziamento della misura prevista dalla legge regionale n. 12/2001 (ormai definanziata dal 2014), un ampliamento della platea delle potenziali aziende beneficiarie, estendendo l’incentivo pure alle microimprese degli altri settori produttivi oltreché a quelle artigiane. Inoltre, abbiamo intenzione di incrementare i controlli per disincentivare il ricorso a tirocini “fittizi” che mortificano i lavoratori alimentando il dumping salariale.
Valorizzazione dell’artigianato e del commercio – Per far ripartire il comparto artigianale e commerciale della Sardegna intendiamo attuare nuove strategie. Ad esempio, vogliamo favorire la creazione di Marchi artigiani legati al territorio e fortemente identificativi, incentivare quella di Consorzi per la produzione e commercializzazione dei prodotti locali, combattere a livello nazionale e soprattutto europeo una battaglia per salvaguardare e diffondere i marchi Made in Sardegna e incentivata la presenza di prodotti locali nelle mense scolastiche, ospedaliere, aziendali. Ma non solo. Infatti, vogliamo snellire la burocrazia offrendo delle agevolazioni fiscali soprattutto alle imprese con meno di tre dipendenti e ai piccoli commercianti oggi fagocitati dalla grande distribuzione, incrementare il microcredito, instaurare un costante dialogo con gli istituti bancari affinché i termini e gli obblighi dei finanziamenti agevolati siano chiari e incontrovertibili e favorevoli agli imprenditori. E ancora, vogliamo agevolare con sgravi fiscali e incentivi economici le imprese che assumono a tempo indeterminato. Infine, per sostenere la crescita economica proponiamo l’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES), caratterizzata da un sistema di governance di tipo dinamico e supervisionata da soggetti esperti in materia, che dovrebbe ricomprendere sia le aree portuali principali della Regione sia quelle interne attraendo investimenti da parte di soggetti extra-regionali creando nuovi posti di lavoro.
Una sanità vicina ai cittadini – Il lavoro, ma non solo. Infatti in Sardegna vogliamo una sanità che sia veramente vicina ai cittadini. Per tanti, troppi anni la Regione ha ignorato i loro bisogni privilegiando gli aspetti finanziari. Un errore gravissimo: dobbiamo garantire un sistema sanitario che nomini i propri dirigenti su base meritocratica, mettendo fuori i partiti e puntando su una rete assistenziale integrata ospedale-territorio. Per fare questo aboliremo l’Azienda per la tutela della salute (ATS), che non ha rispettato le necessità dei sardi, ripristinando 3 o 4 ASSL per affiancare le due aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e Sassari e l’azienda ospedaliera Brotzu. Sarà soppresso l’AREUS, inutile ulteriore centro di costo. Il servizio sanitario regionale sarà riordinato con un’ottica di sistema di rete governata da un Comitato Unico Regionale composto da tutte le direzioni delle ASSL e delle aziende ospedaliere con funzioni di indirizzo centrale anche per il reclutamento del personale. Daremo piena attuazione alla centrale unica di acquisto perché, a differenza delle altre Regioni italiane, la Sardegna ha mostrato un continuo aumento della spesa farmaceutica. Abbatteremo le liste d’attesa e potenzieremo i servizi territoriali. Infine, potenzieremo i centri antiviolenza e porremo particolare attenzione alla disabilità e alla non autosufficienza con servizi dedicati e piani di eliminazione delle barriere architettoniche.
Con Francesco Desogus il 24 febbraio abbiamo un’occasione unica per permettere finalmente alla Sardegna di risollevarsi: non sprechiamola!