Visita al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma
Pazienti lasciati lì come pacchi, quasi l’uno sopra all’altro, sporcizia, bagni non funzionanti, persone abbandonate sulle barelle ad aspettare per ore che qualcuno si prenda cura di loro. Quello che abbiamo visto oggi al Policlinico Umberto I di Roma con una visita a sorpresa fa semplicemente inorridire: è scandaloso che uno dei più grandi pronto soccorso d’Europa, che con i suoi 150.000 accessi all’anno è il più “trafficato” di Roma, offra un trattamento così penoso e scadente alle persone bisognose di cure. Una domanda sorge spontanea: dov’è stato per tutto questo tempo, e dov’è tuttora, il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti? Come mai non gli è mai passato per la testa di verificare la situazione dell’Umberto I? Quello che abbiamo visto oggi non è altro che il risultato di politiche sciagurate portate avanti a suon di tagli alla sanità, a livello regionale come a livello nazionale.Nel 2017 ben 13 milioni di persone hanno rinunciato alle cure. Ma la politica, invece di investire di più nella sanità pubblica, ha continuato a tagliare i servizi e a trascurare le strutture. Il risultato lo hanno davanti gli occhi tutti i cittadini che, per un motivo o per l’altro, varcano oggi la soglia di un ospedale: le inefficienze non si contano tra liste d’attesa infinite, strutture che cadono a pezzi, sovraffollamento e pessime condizioni igieniche. Ogni giorno un caso di cronaca ci mostra, purtroppo, una situazione di degrado. Noi vogliamo ridare dignità al Servizio sanitario nazionale e ai pazienti, rispettare finalmente l’articolo 32 della nostra Costituzione che tutela il diritto alla salute e garantisce l’accesso alle cure per tutti. È quello che stiamo facendo, e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci: abbiamo iniziato un percorso stanziando già 4 miliardi in più per l’edilizia sanitaria e aumentando il Fondo sanitario nazionale di 4,5 miliardi per i prossimi tre anni. Abbiamo già messo 350 milioni per ridurre le liste d’attesa e dire basta, una volta per tutte, alle attese di otto, dieci, dodici mesi per fare una mammografia o una risonanza magnetica. Stiamo già invertendo la tendenza di questi anni investendo in ricerca, innovazione tecnologia e sicurezza. L’attenzione su un tema così importante per gli italiani come la salute, con noi non si abbasserà mai: proseguiremo le visite a sorpresa negli ospedali pubblici e, già tra un mese, ritorneremo all’Umberto I per accertarci che siano state prese misure urgenti per sanare il quadro disastroso che abbiamo trovato. Non si può scherzare con la salute delle persone: chi l’ha fatto in passato, ha solo da vergognarsi.
Pubblicato da Giulia Grillo su Venerdì 1 febbraio 2019
Pazienti lasciati lì come pacchi, quasi l’uno sopra all’altro, sporcizia, bagni non funzionanti, persone abbandonate sulle barelle ad aspettare per ore che qualcuno si prenda cura di loro. Quello che abbiamo visto oggi al Policlinico Umberto I di Roma con una visita a sorpresa fa semplicemente inorridire: è scandaloso che uno dei più grandi pronto soccorso d’Europa, che con i suoi 150.000 accessi all’anno è il più “trafficato” di Roma, offra un trattamento così penoso e scadente alle persone bisognose di cure.
Una domanda sorge spontanea: dov’è stato per tutto questo tempo, e dov’è tuttora, il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti? Come mai non gli è mai passato per la testa di verificare la situazione dell’Umberto I?
Quello che abbiamo visto oggi non è altro che il risultato di politiche sciagurate portate avanti a suon di tagli alla sanità, a livello regionale come a livello nazionale.
Nel 2017 ben 13 milioni di persone hanno rinunciato alle cure. Ma la politica, invece di investire di più nella sanità pubblica, ha continuato a tagliare i servizi e a trascurare le strutture. Il risultato lo hanno davanti gli occhi tutti i cittadini che, per un motivo o per l’altro, varcano oggi la soglia di un ospedale: le inefficienze non si contano tra liste d’attesa infinite, strutture che cadono a pezzi, sovraffollamento e pessime condizioni igieniche. Ogni giorno un caso di cronaca ci mostra, purtroppo, una situazione di degrado.
Noi vogliamo ridare dignità al Servizio sanitario nazionale e ai pazienti, rispettare finalmente l’articolo 32 della nostra Costituzione che tutela il diritto alla salute e garantisce l’accesso alle cure per tutti. È quello che stiamo facendo, e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci: abbiamo iniziato un percorso stanziando già 4 miliardi in più per l’edilizia sanitaria e aumentando il Fondo sanitario nazionale di 4,5 miliardi per i prossimi tre anni.
Abbiamo già messo 350 milioni per ridurre le liste d’attesa e dire basta, una volta per tutte, alle attese di otto, dieci, dodici mesi per fare una mammografia o una risonanza magnetica.
Stiamo già invertendo la tendenza di questi anni investendo in ricerca, innovazione tecnologia e sicurezza.
L’attenzione su un tema così importante per gli italiani come la salute, con noi non si abbasserà mai: proseguiremo le visite a sorpresa negli ospedali pubblici e, già tra un mese, ritorneremo all’Umberto I per accertarci che siano state prese misure urgenti per sanare il quadro disastroso che abbiamo trovato.
Non si può scherzare con la salute delle persone: chi l’ha fatto in passato, ha solo da vergognarsi.